Intervista a Populous, producer elettronico, prima del suo live al Cinema Odeon di Firenze: i featuring su 'Night Safari', gli outfit in stile Bjork e il SXSW.
Sono doppiamente felice, anzi tre volte felice: giovedì vedrò Populous live in una location incredibile come il Cinema Odeon di Firenze, IlCartello è media-partner dell’evento e poi perchè Andrea Mangia (questo il suo nome) mi ha concesso questa divertente intervista.
Populous è uno dei bei nomi della musica elettronica ed è ormai riduttivo riferirsi a lui come ad un nome della scena italiana. La sua produzione si inserisce in un filone prolifico e fortunato quanto esaltante, che lo avvicina ad artisti come Clap! Clap! e Dj Khalab, che traggono suggestioni prevalentemente dal mondo musicale africano (ma non solo) campionandolo, vivisezionandolo e trasportandolo alle latitudini europee e occidentali, accostandolo a sintetizzaotori kraut e drum machine. Nel 2014 Populous incide “Night Safari”, l’ultimo bellissimo capitolo della sua discografia.
IlCartello: Nella tua carriera ti sei occupato professionalmente di musica sotto più punti di vista e da diverse angolazioni: producer e autore, sia da solo che in collettivi o gruppi, hai scritto colonne sonore e musicato sfilate di moda. Vivi in studio di registrazione tanto quanto on stage, oltre a portare avanti anche una prolifica attività come dj. Come affronti queste diverse facce della stessa medaglia? Hai dei metodi e degli approcci differenti per ogni attività che svolgi?
Populous: Chiaramente si. Non vedo come un’artista possa affrontare tutto allo stesso modo. Non si tratta di “incoerenza”, è solo che fare il dj è una cosa, produrre un disco un’altra e fare sound design un’altra ancora. Ultimamente mi sono concentrato molto sul djing e spero di poter approfondire sempre più in futuro.