Ecco il nostro live report del Mad Cool festival di Madrid.

Giovedì, 6

Arriviamo al gate proprio mentre sentiamo i nostri nomi risuonare dagli altoparlanti. Il boarding è stato fatto e quando entriamo nell’aeromobile sono già tutti ai loro posti. Mi sto mettendo i leggings per fronteggiare l’aria condizionata che verrà sparata per le due ore di volo che ci porterà a Madrid, quando il capitano comunica che a causa del maltempo nella città di destinazione non abbiamo l’ok per partire e dovremo aspettare a Linate per 55 minuti. Cristina, la mia amica a due file di distanza, mi conferma che i suoi amici già arrivati a Madrid si stanno attrezzando per comprare degli impermeabili anche per noi (gli ombrelli non sono ammessi ai concerti). La compagnia aerea di bandiera spagnola ci porta a destinazione con i 55 minuti di ritardo accumulati in partenza.

 

Siamo in ritardissimo rispetto alla tabella di marcia: sono già le 5 e dobbiamo ancora incontrare Ricardo per vendergli il biglietto del nostro amico belga che non è riuscito a venire, lasciare le valige in B&B, incontrare il gruppo di amici che è arrivato da Barcellona e raggiungere il luogo dell’evento a Caja Mágica, nella parte sud della capitale spagnola. Prendiamo il treno che in meno di mezz’ora e appena 2,50 euro a testa ci porta nel centro di Madrid, specificatamente alla fermata Sol, dove abbiamo appuntamento con Ricardo. All’uscita della metro ci rendiamo conto che i nostri amici e le previsioni erano assolutamente corrette se non addirittura ottimistiche. Il cielo è grigio e le gocce di pioggia pesanti e fitte. Da Sol al B&B sono appena 100 metri, ma arriviamo a casa che siamo completamente zuppe. Velocemente facciamo il check-in, ci mettiamo una maglia col cappuccio, scarpe chiuse e ci stringiamo al polso il braccialetto rosa, giallo e verde dei tre giorni di Mad Cool Festival. Siamo pronte: vamos!

 

Mad Cool 1

Il braccialetto del Mad Cool Festival

 

Il cielo è sempre grigio, davanti all’Apple Store ci aspetta Mario con i due impermeabili della Quechua. Gli altri sono già in taxi verso Caja Mágica. Il tempo di trovare un taxi ed entrarci e siamo di nuovo completamente zuppi. Il taxista ci chiede dove andiamo e al nostro: “Caja Mágica” ride ed esclama “que valientes”. Sono appena 15 minuti di taxi (12 euro circa che ho trovato estremamente economici) e siamo alle porte del Mad Cool. La fila è molto breve (differentemente da quelle che incontreremo i giorni successivi sia all’entrata che per prendere il taxi del ritorno) e dopo un controllo abbastanza superficiale (la mia amica entra addirittura con una bottiglietta d’acqua con tanto di tappo) siamo dentro.

 

Hanno ricoperto il suolo con un finto prato sintetico verde acido. Si sentono già le prime note provenire dai tanti palchi (5 per la precisione) e se il nostro obiettivo principale quella sera è il concerto dei Foo Fighters ci sono un sacco di altri gruppi che ci interessa vedere. Fortunatamente l’applicazione ufficiale ‘Mad Cool’ ci facilita il lavoro informandoci in tempo reale sulle programmazioni, i palchi e gli orari (davvero ben fatta!). Ci troviamo con il resto della compagnia allo stand dell’Aperol Spritz che sarà da quel momento nostro compagno fedele per bevute, gadget ma soprattutto punto di ritrovo per ogni evenienza.

 

Mad Cool 2

Benvenuti al Mad Cool

 

Il cielo è plumbeo e la scritta Mad Cool in bianco con il verde acido dei raggi della ruota panoramica sullo sfondo risalta in una luce tutta particolare. Ha smesso di piovere quando i primi accordi delle chitarre dei The Lumineers risuonano sul palco principale Mad Cool. La folla inizia a muoversi al ritmo folk del gruppo americano inclusi noi con i nostri bicchieri color arancio. È dato definitivamente inizio ai tre giorni di festival madrileño. Il concerto della band di Denver ci sembrerà cortissimo ma ci mette dell’umore giusto e ci dà soprattutto abbastanza tempo per raggiungere l’area ristorazione e mangiare qualcosa prima de IL concerto. La zona ristorazione è davvero ben organizzata. La selezione delle cucine, la qualità del cibo e la disposizione rendono tutto davvero agevole e veloce. Ci prendiamo un panino col pollo, qualcuno agguanta un kebab e qualcun altro prova l’indiano, ma ce n’è davvero per tutti i gusti che avremo modo di sperimentare i giorni successivi ad orari improbabili del giorno e della notte.

 

Alle 22 siamo già nell’area concerti, cercando il nostro spazio tra l’immensa folla dei Foo Fighters davanti allo stage Mad Cool. Ci perdiamo quasi subito e non ci riusciremo a ritrovare prima della fine del concerto ben due ore e mezzo dopo (tanto rispetto davvero). L’adrenalina che passa dal palco al pubblico è incontenibile. Dave Grohl riesce a comunicare col pubblico tutta la sua passione con una naturalezza che coinvolge tutti e tra un fucking e l’altro passa in rassegna i più grandi pezzi della band di Seattle. Iniziando con Everlong, MonkeyWrench, Learn to Fly, passando per The Pretender, Big Me, Congregation,Times like this, These Days, My Hero l’ex batterista della band grunge dei Nirvana saltella su e giù per il palco riempendo d’energia i 40.000 spettatori. Tutti cantano, ballano, applaudono, alzando le mani ad un cielo che non minaccia più pioggia come dice lo stesso cantante ad una folla sempre più soddisfatta per poi lasciarla con gli ultimi tre emozionanti pezzi: Run, This Is a Call and Best of you.

 

Mad Cool 3

L’esibizione dei Foo Fighters al Mad Cool

 

Vorremmo fuggire a sentire la fine del concerto dei Belle & Sebastian all’Escenario Matusalem ma la folla che si disperde dai Foo Figheters ci blocca. Ci ritroviamo così allo stand dell’Aperol con il resto della compagnia per decidere di fermarci al palco Radio station dove suonano gli UNKLE. La band britannica è la degna chiusura di un primo giorno all’insegna di buona musica.

 

Venerdì, 7

Il secondo giorno di Mad Cool si presenta più o meno allo stesso modo da un punto di vista organizzativo. Questa volta la fila all’entrata sembra essere più lunga e nonostante la pioggia caduta imperante per tutta la giornata nessuno degli stravaganti personaggi che popolano il parco di Caja Mágica sembrano curarsene. Il programma per la seconda giornata di Festival è altrettanto allettante e ovviamente dobbiamo fare una selezione fra i tanti concerti dispersi fra i vari stage. Iniziamo con quello scoppiettante dei Rancid che fanno saltare il pubblico con Radio, Roots Radicals, Journey to the End of the East Bay per concludere con Fall Back Down, Time Bomb, Ruby Soho. Anche questa volta alle prime note di musica la pioggia si ferma lasciando spazio ad un cielo violaceo che sembra essere stato architettato e posto li di proposito dallo staff.

 

Dal palco Mad Cool ci spostiamo direttamente nel vicino Escenario Koko dove ci aspettano gli Alt-j. Facendo la fila per la birra (4 euro per una birra piccola e 10 per quasi un litro con uno sconto di due euro per ogni bicchiere riportato) ascoltiamo i primi pezzi della band Indie rock inglese. La scaletta anche in questo caso è trascinante: 3WW, Something Good, In Cold Blood, Bloodflood, Matilda, Fitzpleasure per concludere con The Gospel of John Hurt Breezeblocks. Ci spostiamo di nuovo al palco Matusalem per ascoltare qualche pezzo dei Kodaline mentre facciamo rifornimento di Spritz, gadget arancioni e una sosta ai bagni che mai ho visto così puliti, forniti di carta igienica e funzionali ad un concerto prima d’ora.

 

Alle 23.30 ci sono in programma i Green Day ci spostiamo di nuovo verso il palco Mad Cool cercando questa volta di stare uniti tagliando la folla come se fossimo furetti in fila indiana in mezzo alla foresta. Ci riusciamo, siamo a destra del palco e abbastanza vicini da riuscire a vedere bene gli strumenti posizionati nello stage. Continuiamo a bere i nostri Spritz e le nostre birre, il concerto sembra essere in ritardo (strano pensiamo, finora tutte le programmazioni sono state di una puntualità sorprendente). Scopriremo poi solo in seguito su Twitter che un acrobata spagnolo di nome Pedro Aunión Monroy che si stava esibendo all’interno di un cubo aveva perso la vita precipitando da 30 metri d’altezza durante la sua performance. L’evento ha in seguito scatenato una bufera di commenti sugli organizzatori della manifestazione e sul gruppo dei Green Day che sarebbero saliti sul palco incuranti della tragedia. Alla fine del concerto però un Tweet di cordoglio sul profilo della band americana annunciava di non essere a conoscenza dell’accaduto prima dell’esibizione, ma le polemiche e l’indignazione per la mancanza di sensibilità hanno continuato ad impazzare sui social network anche nei giorni successivi.

 

Mad Cool 4

Il tweet dei Green Day

 

Trenta minuti dopo rispetto l’orario previsto viene annunciato il gruppo punk rock americano che per coloro che come noi erano ignari della morte di Pedro è stato proprio il concerto rivelazione del festival. Billie Joe Armstrong ha tenuto il palco per due ore e mezza coinvolgendo il pubblico in prima persona, regalando abbracci e strumenti musicali davanti gli occhi stupefatti dei diretti coinvolti e dei fan. Know Your Enemy, Bang Bang, Revolution Radio, Holiday, Boulevard of Broken Dreams, Minority, Basket Case si sono susseguite in uno spettacolo coinvolgente. Knowledge ha portato sul palco Tim Armstrong dei Rancid in un’apoteosi di stupore misto a eccitazione generale. Il vocalist californiano ha cantato da steso e saltando; ha suonato la batteria, ha interagito col pubblico in uno scambio appassionante. Non si è nemmeno risparmiato commenti sulla politica americana e quella europea, ma anche tante riflessioni (forse pure troppe) sull’amore, sull’era dei social network e della necessità di viversi il momento senza dover ricorrere al filtro di un cellulare o di una vetrina su Facebook. Non è forse un caso che il gruppo decide di salutare il suo pubblico con Good Riddance (Time of Your Life).

 

Mad Cool 5

I Green Day sul maxi schermo del Mad Cool

 

Vorremmo vedere gli Slowdive, ma il gruppo non si esibisce ed è quando veniamo a conoscenza della tragedia dell’artista 42enne Pedro Aunión Monroy. Ci spostiamo allora nella zona ristorazione monitorando le polemiche che iniziano a moltiplicarsi sui social network.

 

Sabato 8

Il giorno di chiusura del festival non poteva che riservarci altrettanta buona musica e sorprese. Dopo un inizio appagante con i Dinosaur Jr. ci spostiamo al palco principale per i Kings of Leon (forse primo gruppo che ci lascia un po’ perplessi per la presenza sul palco e la scarsa capacità di arrivare e coinvolgere un pubblico comunque molto numeroso). La band di Nashville sembra essere troppo timida e il pubblico si anima un po’ solo su alcuni pezzi più famosi come Sex on Fire.

 

Ora della cena, è in fondo l’una di notte…ci spostiamo nella zona ristorazione dove da lontano risuona un coro: ‘Ooooo-oo…Ooooo-oo’ riprendendo la melodia di Best of You dei Foo Fighters. Quelle poche note intonate e amplificate dalle tante persone che sono in fila davanti agli stand del cibo ci dicono molto sul gruppo (forse)vincente di questo weekend di musica.

 

Ma c’è ancora tempo per qualche gruppo e io non voglio perdermi i Moderat che da Berlino accompagnati dai loro visuals accattivanti,fanno muovere il loro consistente pubblico al ritmo delle note di A New Error, Rusty Nails e concludendo con Bad Kingdom. Il sound dei Floating points sarà quello che ci farà chiudere definitivamente il sipario su questo Mad Cool Festival 2017.

 

Mad Cool 6

Le visuals di Moderat

 

Il cielo è ormai sereno, le nuvole sono state soffiate via definitivamente dalle molteplici note della tanta bella musica che abbiamo ascoltato e che ci auguriamo rimanga intrappolata nelle nostre orecchie e nel nostro cuore ancora per un po’. Per ora non ci resta che salutare: asta luego Mad(cool)rid!

 

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