Il 25 luglio del 1983 usciva l'esordio dei Metallica destinato a scrivere la storia del Thrash Metal.

“Fuck them, kill’em all”

 

Era il 1983, i Metallica bazzicavano oramai da circa due anni piccoli club della zona facendo ascoltare il loro non poco singolare modo di fare musica. Bene, dopo questi due anni decidono di rilasciare finalmente il loro primo LP, Metal up your ass.

 

Come? Non mi ricorda assolutamente niente questo nome. Ah giusto, mi sono sbagliato, o forse no; il primo nome dato dai metallici così, su due piedi, alla Megaforce fu questo. Da bravi ragazzi amanti dell’hardcore punk, della musica fatta senza pretese e senza troppi ragionamenti era il nome ideale; la prima idea che suscitavano quelle canzoni era proprio quella di “up your ass che, se sapete un minimo di inglese, dovreste ben sapere cosa significhi. Anche l’artwork era pronto: sfondo nero, un wc e una mano che usciva da esso con un pugnale ben serrato fra le dita.

No, era troppo per Jon Zazula. Secondo lui, un nome e un artwork così “spinti” non potevano essere esposti nelle vetrine dei negozi musicali. La reazione del mai troppo compianto Cliff Burton è quella che ha dato il titolo all’album. Da qui, ecco, nasce “Kill’em all”. Era il 25 Luglio 1983.

 

Metallica 1

La prima copertina di quello che doveva essere Metal Up your Ass

 

Metallica 2

E quella di Kill ‘Em All

 

Che poi, nome ed artwork finali non hanno l’aria di essere tanto più “amichevoli” rispetto agli originali; martello e chiazza di sangue in bella vista, beh, avrei molti dubbi a riguardo. In ogni caso, l’idea del martello insanguinato proviene sempre dalla mente, anzi, da un’usanza chiamiamola così, del mai troppo compianto Cliff Burton. Ad un’intervista Kirk Hammett disse:

 

“Aveva sempre un martello nei suoi bagagli e avrebbe voluto cominciare a distruggere qualsiasi cosa gli saltasse in mente”

 

Chi erano gli altri tre ad accompagnare il pacifico Cliff nella registrazione di questo lavoro? James Hetfield, Lars Ulrich e il prima citato Kirk Hammett. Ho voluto utilizzare la parola registrazione per un motivo ben preciso. Per la composizione di quest’album non può non essere menzionato Dave Mustaine.

 

Un po’ di storia: come già accennato nell’incipit, i Metallica nascono due anni prima l’uscita di Kill ‘Em All quando un piccolo ometto nato in america ma di originalità danese mise l’annuncio su un giornale in cui cercava un chitarrista: intenzioni? Suonare musica metal. Mr James Hetfield non si fece attendere, cinque mesi dopo il loro incontro nacquero ufficialmente i Metallica. Un secondo annuncio fu messo, Dave Mustaine rispose; fu subito “assunto”, grazie anche al suo set di chitarre non di scarso livello. Questi, insieme al turnista Lloyd Grant, composero la prima canzone dei Metallica, Hit the lights, per la compilation Metal Massacre I.

 

 

Manca ancora il bassista, posto occupato agli inizi da Ron McGovney; posto che però tornò vacante dopo non molto tempo. I nostri cavalieri erano tutt’altro che restii ad abusare di alcolici tanto da ricevere il prestigioso soprannome di “Alcoholica” e si potrebbe dire che il leader di questo gruppo fantasma era il buon Mustaine. Durante una sessione nella sala registrazione, Dave esagerò col whiskey e versò una sufficiente quantità di birra sul basso di Ron da renderlo inutilizzabile, gesto seguito anche da un’aperta dichiarazione di odio. La storia non poteva avere altre conseguenze: McGovney fa i bagagli e saluta i suoi “compagni”.

 

Metallica 3

Da Metallica ad Alcoholica

 

“Compagni”, si, la goccia che ha fatto traboccare il vaso o meglio, che ha rotto il suo basso, è stata versata da Mustaine ma gli altri colleghi non erano traboccanti d’amore verso Ron, accusato di non dare una sua impronta al gruppo. Impronta che sarà data in maniera fin troppo vigorosa dal suo successore: il mai troppo compianto Cliff Burton. Scovato in un locale a San Francisco dove suonava con il suo gruppo di allora, i Trauma, Hetfield & Co rimasero fin troppo stupiti e ovviamente gli proposero subito di entrar a far parte del loro gruppo. Lui accettò ma ad una condizione: trasferire la base della band da Los Angeles a San Francisco. Il trasferimento avvenne e mai ce ne fu uno più giusto.

 

Primo show con Cliff

 

Abbiamo il primo nucleo della band: James Hetfield chitarra ritmica, Lars Ulrich batteria, mai troppo compianto  Cliff Burton basso, Dave Mustaine chitarra solista; nucleo che non durò molto. Gli abusi di Mustaine con alcol e droga continuarono, aumentarono ed accentuarono il suo comportamento aggressivo e dispotico, da padrone della scena. Scena che, bisogna ammettere, sa creare e gestire alla grande a livello musicale, cosa che tutt’altro gli riesce a livello personale.

 

Intanto questa sua forte personalità musicale aiuta tanto i Metallica, sia come prestazioni sul palco aiutando il timido Hetfield dei primissimi tempi ad intrattenere il pubblico sia a costruire la spina dorsale del sound dei Metallica. Questo primo nucleo partorì canzoni fondamentali del nostro Kill’ em All: The Four Horsemen, Jump in the Fire, Phantom Lord e Metal Militia. Ma l’11 Aprile 1983 ci fu l’epilogo: grazie per quello che hai fatto Dave, ma come persona non ti sopportiamo… addio. La pazienza nei suoi confronti terminò e fu tempo di cercare una nuova chitarra solista; il nome è quello di Kirk Hammett proveniente dagli Exodus ed allievo di Joe Satriani.

 

Metallica 4

Dei giovanissimi Metallica

 

Ci siamo, si entra in studio di registrazione. Due settimane, l’album è pronto. Costo finale? 15,000$. Una cifra per nulla esorbitante. Intanto, da quella sala è uscito uno degli album più influenti non solo in ambito metal, ma globale. Il Thrash Metal stava già prendendo forma ma la conformazione finale è stata data da Kill ‘Em All. Un impatto sonoro che non si era mai sentito prima, i Four Horsemen con questo esordio incarnano l’ideale di musica così come dovrebbe essere: spontanea, rapida, istintiva, senza fronzoli, diretta. Musica che vada diretta all’essere, che susciti qualcosa, qualsiasi cosa essa sia. Se lo fa, è musica fatta col cuore e con divertimento e non può esserci tipologia di musica più bella.

 

Kill ‘Em All soddisfa tutti questi requisiti, è l’album perfetto che qualsiasi gruppo di ragazzi che mette in piedi una band per divertirsi desidererebbe realizzare, un album realizzato senza secondi fini se non quello di esternare il proprio sound e appunto, divertirsi. Un lavoro così è il dono più bello che possa essere fatto al mondo della musica e Kill ‘Em All è un dono che dobbiamo tenerci stretto. Anche perché i Metallica dopo questo lavoro cambieranno. Ci saranno ottimi lavori, ci sarà Master of Puppets che viene considerato dai più il capolavoro dei Metallica ma la verve, la frenesia che c’era in Kill ‘Em All, non c’è più. Arriverà la fama, arriveranno tour mondiali che riempiranno gli stadi, arriveranno i soldi, tanti soldi. Soldi che corromperanno quello splendido gruppo di ragazzi che con soli 15,000$ ventiquattro anni fa, hanno smosso davvero i nostri fondoschiena.

 

Metallica 5

Il gruppo di ragazzi che con soli 15,000$ ha cambiato le sorti del Metal

 

PS: Ho affiancato per tutto l’articolo al nome di Cliff Burton mai troppo compianto. La sua morte è stata una perdita troppo… nemmeno grave, brutta; Cliff rappresentava al meglio lo spirito con la quale sono nati i Metallica. Il suo modo di suonare il basso, di stare sul palco, il suo essere frenetico, quel martello che si portava sempre dietro, che penso non lo avrebbe mai usato contro qualcuno. Il martello era lui, quando quelle sue lunghissime dita toccavano le corde del suo amato strumento e producevano quel sound in grado di fare scena da solo. Si sentiva rappresentato da quel martello ecco, per questo lo portava sempre.

Cliff incarnava i sentimenti puri che trasmette la musica, i più belli: frenesia, istinto, voglia di “up your ass”, e perderlo a 24 anni (in che modo poi) è stata una perdita davvero troppo brutta.

 

Metallica 6

Cliff Burton incarnava i sentimenti puri che trasmette la musica

 

PPS: Era l’unico con la quale Mustaine andasse d’accordo e non è assolutamente roba da poco.

 

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