Ecco i nostri consigli per l'ascolto sui migliori album italiani del 2016.

Una doverosa premessa: ogni volta che una webzine traccia le linee di quelli che sono gli ascolti che hanno meglio impressionato la redazione usa il titolo furbetto e un po’ clickbaiting di top 10/15/20/50. Ma con la nostra lista dei migliori album italiani del 2016 cerchiamo di fare un’eccezione alla regola.

La cosa che dovete considerare, dopo esser cascati nel trappolone delle classifiche è che al di là della necessità di irretire il fruitore con un titolo di questo genere, è che nessuno può e deve permettersi il lusso di dire che c’è una classifica dei migliori lavori, la musica è bellissima e prende nei modi e nelle maniere più diverse. Questa, come le altre precedenti, come quelle a venire, come quelle degli altri, non è una vera top, ma solo un consiglio affettuoso da parte nostra, su quelli che sono stati gli ascolti di questo 2016 ormai andato, che ci hanno piacevolmente colpito, che abbiamo avuto modo di apprezzare e risentiamo spesso.

 

Gli Altri – Prati, Ombre, Monoliti

Tutto quello che dopo i Franti s’è posto l’obiettivo in questione nel panorama nazionale non l’ha potuto fare senza finire di diventare un volo leggero sulle miserie umane trattato con franchezza scialba o uno spiegone strappacuore triste e melenso. Il merito de Gli Altri è quello di portare freschezza a una lacunosa quanto necessaria nuova scena cantautoriale d’impegno. Senza l’ascriversi a quel retaggio genovese della voce alta due volte gli strumenti su una canzone in tre tempi di strofa e ritornello. Gli Altri hanno fatto un disco che parla di rivalsa, di scontro e conflitto senza inneggiare con gli slogan a tal piazza di tal data. E questo è grandioso, perché in quelle parole, con quella ritmica, ci metti la tua esperienza di vita quotidiana, da quando consegni l’ennesimo curriculum vitae, a quando ti conti gli spicci in tasca all’Eurospin. Era ora, e era ora da anni!

 

 

Crtvtr – Streamo

Che bomba che è sto disco, i Crtvtr io li ho conosciuti con una grande impresa che fecero, un tour in Cina con mezzi prossimi al totale diy. Hanno registrato il tutto e c’hanno fatto un documentario per far vedere come fanno il roccherroll dall’altra parte del mondo. Poi me li son anche sentiti per bene, e che dire, fanno post core mescolato con dell’ottima psichedelia, chitarroni pestoni, batterie frenetiche e poi cambi di dinamica a iosa. Bello come le cose belle!

 

 

Fuzz Orchestra – Uccideteli tutti! Dio riconoscerà i suoi!

Quando sentii per la prima volta Morire per la patria, pensai che fosse lo zenit creativo del trio. Mi dissi con convinzione che non ci sarebbe stata nessuna possibilità, vista la formazione, le sonorità e le peculiarità del trio di superare un lavoro così ben confezionato. Fortunatamente mi sbagliavo di grosso, UTDRIS è un dischetto notevolissimo, ed è sempre bello riscoprire quei classiconi ben selezionati e rumoreggiati fra i fuzz del Ciffo e la batteria dell’uomo dietro le pelli di Zeus e Fulkanelli.

 

 Continua a leggere a pagina 2.