I Preoccupations sorprendono con uno dei migliori album dell'anno.

Spingersi oltre mantenendo un’identità forte. Sembra essere una missione per i Preoccupations, la creatura di Matt Flegel, Mike Wallace, Scott  Munro, Daniel Christiansen. A un anno dal debutto con il nome Viet Cong, ritornano con un album altrettanto potente e che consacra il loro percorso artistico iniziato con gli Women.

 

Il gruppo canadese, realizza un lavoro che riparte dalla precisione estatica dell’esordio con l’esplorazione della wave (che ritroviamo in una forma “tradizionale” in “Monotony”) in maniera contemporanea e olistica. Le nove tracce sono frutto della scrittura influenzata e ispirata dal periodo di instabilità della band. Tutto ciò che provoca “preoccupazione”, tutto ciò che ci soffoca ed è rivelatore allo stesso tempo. Uno stato di esplosione emotiva che si riversa sia sull’interpretazione vocale, sia sul taglio più impetuoso e travagliato del suono (vedi la tribolante e pulsante “Zodiac”). C’è una complessità globale che si respira in ogni singolo brano, che li accomuna ad altri due grandi gruppi come gli Ought e i Parquet Courts.

 

Anxiety” ci introduce subito in questo stato d’animo dissonante con un tappeto ambientale inquieto  e che inizia a tuonare in maniera controllata e geometrica. “Memory” rappresenta la centralità di questa complessità come valore aggiunto con cambi di ritmo, accelerazioni delicate ma consistenti sino all’epilogo semi-industriale. Questa ultima sensazione si concretizza in maniera più strutturata nel contrasto equilibrato di “Forbidden”, fra i migliori pezzi dell’album.

 

 

Direzione opposta per il punk frenetico e allucinato di “Stimulation”; la conclusione è affidata a “Fever”che fa emergere ciò che potremmo definire impropriamente il lato melodico della loro musica che rispecchia una capacità di equilibrio che non abbandona le atmosfere dell’album.

 

I Preoccupations dimostrano una capacità di muoversi dalle radici senza arrampicamenti e ridondanze, ma con un intrecciato lavoro di rielaborazione di se stessi con una forza comunicativa ed espressiva rinforzata. La forza della visione che appoggia la tecnica sublime e emerge su tutto. Fra i migliori lavori di questa annata.