Il Reportage del Primavera Sound Festival 2015: giorno per giorno alla scoperta dei concerti pazzeschi che hanno animato questo straordinario evento.
Più che un concerto, l’esibizione di Patti Smith al Primavera Sound Festival 2015 è stata un’apparizione messianica, un rito musicale, politico e religioso cui una moltitudine di fedeli ha assistito accompagnata dalle ultime luci del sole e del suo tramonto. L’album ‘Horses’, interamante riproposto con l’ausilio dei suoi protagonisti principali (in primis Lenny Kaye alla chitarra), si trasforma in un momento di partecipazione straordinaria, Patti Smith governa letteralmente le migliaia di persone presenti lasciandole quando senza parole, immerse in un silenzio surreale, quando esaltandole in urla e cori di massa, inneggiando alla libertà individuale, al rifiuto del denaro come mezzo di oppressione e alla parità fra gli uomini ricordando che “Jesus was a nigger”. La qualità e l’intensità della performance sono superlative, Patti Smith è in forma smagliante, vocalmente lascia pochissimo all’età che avanza e la sua presenza sul palco è pesante come un macigno, una gigante, che ricorda Jim Morrison, Jimi Hendrix e Lou Reed, e sul nome dell’amico newyorchese il gigante Patti si commuove e ricorda che “in the country of our mind, that’s where our beloved people live”.
1. Patti Smith @ Heineken
2. Sleater-Kinney @ Heineken
3. The Church @ Ray-Ban
4. Shabazz Places @ Pitchfork
5. Run The Jewels @ ATP
6. Ride @ Primavera
7. Veronika Vashika @ Bowers & Wilkins
8. John Hopkins @ ATP
9. Ratatat @ Ray-Ban
Stasera proseguiamo con i concerti di The Strokes, Einsturzende Neubauten, Caribou, Underworld e tanti altri ancora… Domani torneremo con il resoconto del terzo giorno del Primavera Sound Festival 2015!