Quella dei Radiohead è stata una carriera in costante evoluzione. Ecco la nostra guida per comprenderne i punti cruciali.

Che odio le etichette. I generi. I paragoni. Sono tanto utili (come punti di riferimento) quanto limitanti. E, soprattutto, con i Radiohead il gioco si fa duro. La loro storia è lunga e tutt’altro che lineare. La loro immagine, il loro sound ed il loro approccio si sono evoluti profondamente dall’uscita di Pablo Honey ad oggi.

 

L’anno scorso il nome della band è balzato tra i top trends del web, in seguito all’improvvisa scomparsa di tutti i contenuti dal loro sito e profili social media ufficiali, primo segnale del ritorno. Tra il 3 ed il 6 maggio poi, sono stati pubblicati due singoli inediti, Burn The Witch e Daydreaming, insieme ai rispettivi video.

Il nono long playing della band, A Moon Shaped Pool, è infine stato reso disponibile per il download sulle maggiori piattaforme digitali l’8 maggio.

Si è parlato di “universal acclaim” (Metacritic) e addirittura di “nuovi Beatles” (NME). Comunque la si pensi, i Radiohead sono una band imprevedibile ed unica.

 

Oggi tenterò di raccontare il percorso di una delle band più influenti e controverse degli ultimi venti anni proprio attraverso una selezione di brani tratti dai loro album in studio.

 

 

You (Pablo Honey, 1993)

Ebbene si, proprio lei. Così cruda (specie nelle versioni live), così urlata. Così rock!

Questa canzone è per me l’incipit perfetto.

 

 

Ascolta anche: Anyone Can Play Guitar e Ripcord

 

 High And Dry (The Bends, 1995)

Comincia l’evoluzione dei Radiohead, ma con una costante: la capacità di comporre perfetti brani pop. E pensare che Thom & CO scartarono il brano (poi primo singolo estratto da The Bends) ai tempi di Pablo Honey perché ritenevano che suonasse un po’ troppo alla Rod Stewart. Chiamala offesa, Rod Stewart per me è un figo.

 

 

Ascolta anche: (Nice Dream) e Bullet Proof… I Wish I Was

 

 Paranoid Android (OK Computer, 1997)

Ed ecco che inizio ad avere difficoltà: con un disco come OK Computer non è facile fare selezione. Troppi i potenziali – ed effettivi – singoloni da classifica. Paranoid Android è indubbiamente un pilastro della carriera della band ed un brano icona della loro evoluzione, un perfetto Caronte tra il rock ed il sound che verrà con l’ingresso nel ventunesimo secolo.

 

 

 Ascolta anche: Airbag e The Tourist.

 

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