Intervista ad un giovane imprenditore per capire cosa significa avviare una startup oggi in Italia. 

La parola startup è sempre più sulla bocca di tutti e, come afferma Chris Anderson ex-direttore della rivista Wired e autore di libri sull’economia digitale, l’innovazione non abita più solo nelle fabbriche o nelle officine, ma all’interno delle nostre comunità. E sempre più persone, grazie all’avvento delle nuove tecnologie, sono spesso in grado di ‘dar vita’ alle proprie idee e avviare un’impresa. Nell’apposito albo di Infocamere, al 21 settembre si contavano solo in Italia 4605 startup innovative registrate.

 

L’avvio di una startup sta rappresentando inoltre la risposta di tanti giovani ad un periodo di transizione come quello odierno, dove la crisi economica ha elevato una barriera tra le generazioni ora in procinto di entrare nel mondo del lavoro e quelle che già lo possiedono (e se lo tengono ben stretto).

 

Volendo comprendere come nasce un’idea di business e cosa significhi essere ‘startupper’, il Cartello ha intervistato il giovane imprenditore di Montepulciano Francesco Farnetani a proposito di Bottle-up,  la sua startup di recente creazione: è però questo un buon momento per scommettere sulle proprie idee in Italia? Alla fine dell’intervista una breve analisi de il Cartello a tal proposito.

 

il Cartello: “Ciao Francesco, puoi dirci qualcosa a proposito di Bottle-up?”

 

“Certamente. Bottle-up è una start up incentrata sul mondo wine and spirit, ideata poco più di un anno fa e operante ufficialmente dal primo aprile 2015. La nostra azienda permette a business e consumatori di avere vino di qualità e personalizzato in soli 5 click. Sulla nostra pagina web è infatti possibile scegliere la tipologia di bottiglia desiderata (borgognotta o bordolese, per esempio), il vino preferito dalle nostre cantine partner, un’etichetta edita in serie limitata da artisti emergenti e non (o fare un upload di un proprio disegno), fino ad arrivare alla selezione del packaging dove il cliente è in grado di personalizzare la confezione contenente le bottiglie. Questo in poche parole il progetto Bottle-up”.

 

 “Semplice quanto geniale; e ti ricordi per caso il giorno in cui dicesti eureka?”

 

“La mia famiglia gestisce da 12 anni un’enoteca a Montepulciano, in Toscana, e quindi nel mondo del vino io ci vivo da un bel po’. Ho avuto poi modo di fare numerose esperienze all’estero, di vita, di studio e di lavoro e questo è stato determinante per avere una visione delle cose molto più aperta, cosmopolita, e captare mode, tendenze e nuovi stili. Detto questo, tutto si è concretizzato una sera di luglio (2014, ndr) in una pizzeria a Milano assieme ad un’amica. Stavamo parlando del futuro quando ho iniziato a disegnare la bozza del mio progetto sulla tovaglietta di carta del ristorante (che ancora conserva, ndr); dopo quella cena ho cominciato a lavorare anche la notte per capire la fattibilità della mia idea. A settembre di quello stesso anno, cercando qualcuno che mi dicesse “che cazzo fai”, sono andato a pranzo a Milano con il mio ex boss, persona quadrata, con esperienza pluriennale in banche di investimento. Mi aspettavo un secco “no” ma mi disse tutto il contrario; in quel momento ho deciso di mollare tutto“.

 

 

La bozza di Bottle-up sulla tovaglietta del ristorante

La bozza di Bottle-up sulla tovaglietta del ristorante

 

 “Mi ha colpito molto l’idea di far disegnare le vostre etichette da artisti…”

 

“Abbiamo puntato molto sul concetto di prodotto unico con valore artistico perché crediamo fortemente nel binomio vino, e quindi food, e arte; ogni etichetta è infatti disegnata da un’artista italiano, anche se a breve andranno ad aggiungersi nomi internazionali visto il grosso interesse del mondo dell’arte a partecipare alla nostra iniziativa. Il vino stesso poi è arte. Quando 10 persone vedono un quadro astratto ciascuna ha una percezione del dipinto distinta e personale; similmente, quando 10 persone bevono un bicchiere di vino ‘gustano’ esperienze ed aromi completamente diversi.

 

Il bello del mondo del vino e dell’arte è che sono entrambi dei mondi infiniti, anzi una serie di mondi in un mondo più grande fatto di libertà di espressione, di pensiero e di esperienza”.

 

“Cambiamo ora argomento. Concentrandoci sulla recente crisi economica, da giovane ‘startupper’ qual è la tua sensazione a proposito della situazione attuale in Italia?”

 

“La crisi è un dato di fatto più che una sensazione, però la mia idea è che in questo momento ci sia ancora molta, troppa paura. Ad esempio, quando mi sono licenziato per dedicarmi a Bottle-up mi hanno dato del matto poiché lasciavo un posto sicuro per l’ignoto. Vero è che, da quando ho cominciato a girare nel mondo startup, ho visto tantissimi progetti interessanti e tanti ragazzi giovani con un sacco di idee che sono sicuro potranno aiutare il sistema economico italiano a ripartire davvero. Anche perché noi abbiamo dei cavalli di battaglia che nessun altro possiede: arte, turismo, vino, gastronomia sono cose che la crisi non può toglierci. Credo ci siano delle potenzialità enormi e per questo vedo di fronte a noi un futuro roseo. Sono per natura una persona positiva”.

 

“Cosa ti sentiresti di dire allora ad uno ‘startupper’ italiano che vuole dar vita alla propria idea imprenditoriale?”

 

“Se hai un’idea la devi mettere in pratica; non ci pensare nemmeno un minuto; se credi sia valida, prendi e inizia a dar vita al tuo progetto; anche perché penso sia meglio battere la testa da giovani che avere un rimpianto una volta cresciuti; provare sempre e poi si vedrà”.

 

“Grazie mille Francesco, un saluto e in bocca al lupo! Ci rivedremo presto per un buon bicchiere di nobile di Montepulciano

 

Continua a leggere l’approfondimento “Uno sguardo ai dati: è un buon momento per avviare una startup in Italia”, cliccando QUI.

 

 

Francesco Farnetani creatore di Bottle-up

Francesco Farnetani creatore di Bottle-up