Un viaggio nei complotti e nelle bufale più famose, dalla polemica sul blog di Beppe Grillo all'immigrazione come causa dell'ondata di meningite.

Un viaggio nei complotti e nelle bufale più famose, dalla polemica sul blog di Beppe Grillo all’immigrazione come causa dell’ondata di meningite.

Se in questi giorni non avreste optato per una vacanza low cost su Marte o in un qualsiasi angolo del globo in cui la vostra connessione con il mondo non risulti assente, avrete senz’altro notato l’ennesimo polverone sollevato dal blog di Beppe Grillo. Il comico genovese la tocca, come sempre, molto piano, e con il fervore retorico della Quarta o Quinta Repubblica – ho perso il conto – da lui stesso in qualche modo istituzionalizzato, ha aizzato i suoi seguaci contro la pubblica informazione. Non però quella di internet, in senso stretto, bensì quella dei colossi dell’informazione italiana, quali giornali e reti televisive.

 

“I giornali e i tg sono i primi fabbricatori di notizie false nel Paese con lo scopo di far mantenere il potere a chi lo detiene. Sono le loro notizie che devono essere controllate.”

 

Con il solito tono apocalittico – se non ricordo male, il tema della fine del mondo piace tanto al fondatore del M5S – Grillo mette, o pretende di mettere, alla berlina tutto il pantheon delle divinità giornalistiche peninsulari, complici di complottare alle spalle dei cittadini al fine, solo ed ultimo, di far mantenere il potere a chi lo detiene (ma chi lo detiene? Cos’è il potere? Perché il “primo partito” in Italia non dovrebbe rientrare nella categoria potere? Come disse Gandalf, domande che richiedono risposta). Tralasciando però i giudizi di valore, se pur sempre vi sia del valore in molte delle cose che ci tocca sentire ultimamente, e tralasciando anche lo splendido siparietto nazionalpopolare che si è creato tra Grillo ed Enrico Mentana, ritorniamo al concetto di fondo che emerge dal breve sfogo apparso sul blog.

 

 Il tema della fine del mondo è sempre piaciuto al fondatore del M5S

 

In Italia chiamiamo “complotto” o, nell’accezione satirico-regionale, “gomblotto” quella particolare forma retorica secondo cui ogni cosa che viene detta e data per vera, sia in realtà fasulla ed architettata solamente per coprire assurdi giochi tra potere e potere, tra potenti e potenti, insomma, costruita ad hoc da un sommo pontefice dell’informazione per parare il culo a se stesso e mascherare tutti i danni che la sua cricca combina. In parole meno generalizzate, sono teorie cospiratorie secondo le quali la verità, in sostanza, non è mai come ci viene raccontata e che vi sia, nella verità alternativa fornita, una sottotraccia di mistero che le persone comuni devono assolutamente combattere.

 

Di complotti, escludendo gli ultimi dieci anni, ne abbiamo visti a bizzeffe e credo che alcuni, i più famosi, ristagnino nella nostra memoria al pari della verità. Così, diamo per scontato il millenario processo agli ebrei – sempre seguendo assurde teorie complottistiche – ma in cuor nostro custodiamo persino una vocina che, stridula, ci ricordi di come, dall’11 settembre 2001 in poi, gli americani siano vittime e mandanti di ogni forma di terrorismo sulla terra. Insomma, si è sfruttato alcune coincidenze per montare una tesi che, fondamentalmente, non sussiste. Eppure, come il post di Grillo siede al tavolo delle principali notizie della settimana, altre teorie complottistiche hanno preso piede negli anni. Ora, tralasciando i casi più esemplari, che vanno dalla nostrana “Strategia della tensione” sino al padre di tutti i complotti, ovvero il ritrovamento dei falsi Protocolli dei Savi di Sion, vorrei attirare l’attenzione sulla generalità del problema, il quale negli anni ha affinato le proprie tecniche, ma, soprattutto, sparso il proprio germe di odio e rancore, attaccando ormai ogni notizia venga diffusa.

 

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Il ritrovamento dei falsi Protocolli dei Savi di Sion è il padre di tutti i complotti

 

Tornando alla stretta attualità che Facebook ci propone, ha fatto il giro della penisola l’affermazione del medico Roberto Burioni, per il quale la scienza non risulterebbe essere democratica e, onde evitare risse digitali, ha proibito i commenti ai suoi post. Perché c’è stato bisogno di questa dichiarazione e, soprattutto, perché potrebbe essere estremamente sensata? L’accusa del medico volge proprio ad attaccare coloro che, sul web, monopolizzano i commenti con frasi roboanti contro le vaccinazioni. Ora, io non sono un medico o uno specialista, e personalmente non ricordo neppure l’ultima volta che ho messo piede dall’uno o dall’altro, però sono cresciuto nella convinzione che i vaccini servissero quantomeno a farti avere la coscienza a posto in caso di emergenze. Io però, sono io, e dalla mia ignoranza non pretendo di uscirne. Allora perché ci si sta attaccando con questa ferocia a questo rimedio preventivo?

 

Ecco, tra chi lo fa con senno e chi per sentito dire, gli antivaccinisti rientrano perfettamente nella categoria dei complottisti, in quanto, secondo loro, le iniezioni abbiano più controindicazioni di quanto non diano, effettivamente, benefici. Così, tra tesi ben argomentate ed altre meno, saltano all’occhio siti e pagine che sparano fuochi d’artificio come un qualsiasi napoletano che si rispetti a Capodanno: tra tutte, la più acclamata, ma anche la più smentita, sosterrebbe che i vaccini causino l’autismo. Ripeto, non sono un medico, ma sono stati proprio i medici a smentirla.

 

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L’affermazione su Facebook del medico Roberto Burioni

 

In questo contesto, si inseriscono altre tesi che supportano enormi menzogne. Tra le tante, quelle che più fanno sorridere, sono forse le storie legate all’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, del quale si è detto praticamente qualsiasi cosa. Dal fatto che fosse gay e sua moglie un transessuale, sino ad arrivare a sostenere che fosse il figlio di Macolm X o, addirittura, l’anticristo. In sostanza, di Obama se ne sono dette di cotte e di crude, ma, come per lui, se ne sono dette della CIA, la quale, negli anni, avrebbe assassinato tutti coloro ritenuti troppo “di sinistra”, da John Kennedy a Marthin Luther King, sino ad Elvis e Jimi Hendrix. Insomma, datemi un nome e vi costruirò un complotto.

 

 Joan Rivers e la sua teoria su Obama. L’attrice è diventata la base di un altro complotto in seguito alla sua morte, per molti avvenuta a causa delle rivelazioni su Obama e Michelle.

 

Ovviamente complottare ha dato da mangiare a molte persone e, tutt’ora, alimenta parte del mondo digitale. Eppure, anche le teorie del complotto moderne, hanno cambiato forma e faccia, trasformandosi sempre più in qualcosa che sia meno costruito, meno organizzato, ma, allo stesso tempo, più diretto. Si scioglie così nella semantica, la differenza tra complotti e “bufale”. Se le teorie del complotto presuppongono, per l’appunto, una teoria, le “bufale” no, perché sempre più spesso vivono di vita propria, senza una particolare trama che le supporti. La storia è cambiata: se qualche anno fa vi era il sospetto all’origine dei complotti e da essi si disperdessero le menzogne, ora succede il contrario, ovvero viene lanciata una “bufala” ed attorno, non sempre, vi si costruisce un complotto. Non a caso, i due termini si sono fusi e, quando pensi ad uno, non puoi che inevitabilmente ricadere nell’altro. Così, se una volta si partiva da una notizia vera, per esempio “la Juventus in serie B”, e vi si costruiva attorno una teoria instabile, “lo hanno fatto per favorire l’Inter”, ora si inventa la notizia, “C’è vita su Marte”, e si crea il complotto, “ce lo tengono nascosto, collaborano con gli alieni” e chi più ne ha, più ne metta.

 

Secondo il detto “era meglio ai miei tempi”, mi piacerebbe rievocare lo spirito di Alfred Dreyfuss, il generale francese ebreo accusato ingiustamente, nel 1894, di spionaggio alla Germania – in pieno fermento della teoria complottistica antisemita – per fargli vedere come oggi, forse, gli sarebbe toccata una fine ben peggiore. Ricordo una canzone di Vasco Rossi del 1993, Non appari mai, nella quale il rocker di Zocca contestava duramente l’esplosione della TV: “oggi è la TV a dire “SE”/ se una cosa è vera o se hai sognato te!”.

 

Ora men che mai si sente questa vocina, amplificata prima che dagli altoparlanti del mio PC o dal volume di Spotify, dalla nostra coscienza. La verità è messa a dura prova, spesso non resiste e soccombe al peso schiacciante di un’informazione disordinata. Dire pessima sarebbe come dar ragione a chi crede nel complotto, ma dire disordinata mi pare coerente con quella gran confusione che è diventata, oltreché la mia bacheca Facebook, la nostra testa. Bisogna filtrare, ma a volte non basta. Perché se è vero che le “bufale” sulla scia del defunto del giorno siano delle grandissime cazzate – dal latino caput, s’intenda la mia volgarità – è anche vero che le teorie più o meno sofisticate nascono dalla paura. Paura di ciò che non si conosce, ma anche e soprattutto paura per la propria vita, in un momento in cui le difficoltà appaiono insormontabili. Non è un caso che succeda ora, non è un caso che si spenda tanto odio verso, ad esempio, i profughi.

 

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Si sono fatte strane ipotesi sulla causa della diffussione della meningite

 

Così come non è un caso che, alla fine di ogni complotto, vi sia sempre il Potere protagonista, questa entità orwelliana che c’è, sentiamo, tocchiamo, ma che non sappiamo identificare. Se è vero che c’è una ragione per tutto, allora eccone una per quanto detto finora. La paura, mia questa volta, è che una sola ragione non basti a spiegare tanta deficienza – di nuovo dal latino, letteralmente “mancare, venire a meno”.

 

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