God save the Europe.

 

Inglesi, scozzesi, gallesi, irlandesi del Nord

Quando parliamo del Regno Unito pensiamo ad un popolo caratterizzato da abitudini e stili di vita molto comuni. Un errore che facciamo minimizzando le differenze che esistono tra i membri di un gruppo (per usare un linguaggio psicologico) che non sia il nostro, mentre siamo pronti a massimizzare le differenze che esistono tra i membri del gruppo a cui apparteniamo. Inglesi e scozzesi, ricordiamoci, si sono fatti la guerra per centinaia di anni, e non certo perché fossero simili tra loro. L’Irlanda del Nord è addirittura in un’altra isola: come possiamo pretendere che un cittadino di Belfast abbia uno stile di vita molto simile ad un londinese?

 

La musica britannica

Culla di interi generi musicali e terra natale di veri e propri simboli della storia della musica, i prodotti musicali britannici ci mancheranno tantissimo. Ma cosa succederà al mercato della musica del Regno Unito con l’uscita dall’Unione europea? La celebre rivista Pitchfork ha risposto a questa domanda. Pensando ad esempio ai concerti, una Brexit significherebbe la fine della libera circolazione anche per gli artisti e l’aumento complessivo dei costi di trasporto. La burocrazia si farà pesante per chi vorrà organizzare grandi concerti con artisti internazionali: i visti sono ottenibili faticosamente e spesso attraverso procedure costose. Nuove spese e tempi più lunghi che andrà inevitabilmente ad influenzare il mondo della musica britannico. Inoltre, si legge, gran parte delle etichette discografiche preferirebbe vedere un Regno Unito ancora all’interno dell’Unione europea.