Siamo stati al Maker Faire di Roma. Ecco le innovazioni che ci hanno più stupito.

 

 3 – HAND – Il primo dispositivo al mondo per la sicurezza totale dei file

Allo stand ben riconoscibile di PostePay trovo HAND, un progetto innovativo cui ho partecipato anch’io nella strutturazione della strategia comunicativa. Si tratta di un dispositivo in grado di trasferire e ricevere file verso qualsiasi dispositivo senza l’ausilio di una connessione internet. Ciò fa di Hand l’unico sistema in grado di garantire il 100% della sicurezza dei propri file. È questo il punto di forza che i ragazzi responsabili del progetto vanno fieramente sbandierando alle decine di visitatori che si accalcano presso la loro postazione. PostPay è uno dei partner che ha finanziato il progetto in seguito ad una selezione tra varie idee innovative, e ora Hand è in fase di lancio: il team ha scelto Eppela.it per lanciare un crowdfunding che permetterà la produzione di questo innovativo dispositivo. Rispetto alla stragrande maggioranza dei prodotti esposti in questo appuntamento, di Hand si intuiscono subito la funzionalità e l’utilità, soprattutto  per chi lavora con file di grandi dimensioni e si ritrova spesso in attesa di infiniti upload o download con il rischio che il proprio cloud venga violato e che il lavoro o, peggio ancora, un’idea venga presa d’assalto da qualche pirata della rete. Hand, in questo senso, rappresenta una novità anche per un altro motivo: invita l’utente a lasciare la postazione di lavoro, lasciando in ufficio pc, cavi e borse pesanti, e ad incontrare colleghi, clienti e collaboratori per un caffè, durante il quale sarà Hand a lavorare in tutta sicurezza e a scambiare i file.

 

Maker Faire 3

 

 

2 – Talking Hands – Tradurre la LIS in voce attraverso il movimento

Una delle attrazioni che maggiormente ha strappato un applauso al numerosissimo pubblico dell’evento. Si chiama Talking Hands ed è un dispositivo indossabile che traduce la lingua dei segni italiana in voce. In particolare, rileva i movimenti delle mani, li traduce e trasferisce il testo ad uno smartphone che emette il suono tramite i suoi altoparlanti. Un non udente potrebbe dunque comunicare facilmente con tutti, senza mediazioni da parte di interpreti. La app è già stata predisposta per tutti i sistemi operativi, mi dicono tre giovanissimi ragazzi. Hanno fondato una società, LiMiX, attraverso la quale potranno presto commercializzare questo dispositivo dall’impatto sociale assolutamente considerevole. La dimostrazione è molto d’effetto: uno di loro indossa questo guanto robotizzato e esegue alcuni gesti. Dalle casse esce una voce e il pubblico rimane legittimamente sorpreso. Mi dicono che questa tecnologia è compatibile con qualsiasi sistema di segni e, almeno per ora, con la lingua inglese. Si può anche utilizzare per altre applicazioni, come radiocomando a distanza dei droni o altri robot, per facilitare la comunicazione in ambienti di lavoro rumorosi, oppure può essere utile per l’acquisizione di dati relativi al movimento. Il prototipo è bello da vedere e si indossa molto velocemente. Ad una prima occhiata ho sperato che qualcuno avesse costruito un braccio dell’armatura di Iron Man. Talking Hands è molto di più.

 

Maker Faire 4

 

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