Masdar City è la città del futuro.
A Doha, capitale del Qatar, nel 2022 si terranno i contestatissimi Mondiali di calcio. È la prima volta per un paese arabo e per la prima volta i calciatori dovranno affrontare una temperatura selvaggia superiore ai 40 gradi.
I qatarini hanno promesso stadi interamente coperti dotati di impianti di aria condizionata, in grado di ridurre la temperatura percepita fino a 23 gradi e di avere impatto zero sull’ambiente, grazie a numerosi pannelli solari.
Lo skyline di Doha cambia in continuazione. In pochi mesi, improvvisamente, dove non c’era altro che sabbia ecco un grattacielo sorto dal nulla. Enormi dune tempestate da gru e da impalcature necessarie per costruire il futuro.
Alla domanda: riusciranno i qatarini a costruire questi tanto decantati stadi avveniristici? La mia risposata è sì. Sì perché se non ci dovessero riuscire significherebbe che il progetto Masdar City non sarebbe andato a buon fine. Ora vi starete sicuramente chiedendo cosa sia Masdar City…
Masdar City è la scommessa più ardita dell’emirato arabo. È una città a 30 km da Abu Dhabi, nel bel mezzo del deserto, una città completamente eco-sostenibile, totalmente alimentata da energia solare ed eolica, grazie alla presenza di 88mila pannelli fotovoltaici installati anche sui tetti delle case. La costruzione di una grande torre del vento in grado di incanalare per le vie cittadine le correnti d’aria fresca abbasserà la temperatura di circa 10°C.
Masdar City si sviluppa secondo la forma di un quadrato rialzato su una piattaforma destinata alla città vera e propria, percorribile a piedi o in bici. Al di sotto della piattaforma si sviluppano invece le infrastrutture della città. I trasporti pubblici sono affidati a 2500 navette ad emissioni zero e a taxi elettrici automatizzati privi di conducente, mossi su magneti posti ad intervalli regolari. Alte mura impediscono l’accesso di qualsiasi mezzo di trasporto esterno alla città.
Ospiterà circa 50000 persone su 6 kmq, un progetto dal costo faraonico di 22 miliardi di dollari, finanziato dalla Masdar, colosso delle energie rinnovabili a sua volta controllata dalla Mubadala Development Company, la società di sviluppo immobiliare ed economico dei Governo di Abu Dhabi.
Il significato letterale del suo nome è “città sorgente”, perché l’intero progetto seguito dallo studio londinese di Norman Foster è stato pensato come una vera e propria sorgente di energie alternative, che permettono alla città, oltre che autoalimentarsi, di rendere la produzione dei rifiuti quasi uguale a zero, grazie ad un’opera di riciclo del 98%.
Masdar sarà dunque un piccolo paradiso in terra, proprio affianco all’inferno dove si produce la prima forma di inquinamento al mondo: il petrolio.
Gli arabi hanno capito dunque che il petrolio non durerà in eterno, e la loro parrebbe una mossa di sperimentazione per potersi tutelare in futuro.
Ma Masdar è più di un ripiego futuro, Masdar è il futuro, una città modello che dovrà servire da esempio a tutto il mondo, un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi forte, perché è l’uomo l’unico fautore del proprio destino, e gli arabi lo stanno dimostrando sconfiggendo giorno dopo giorno il deserto.