Google offre strumenti straordinari. Google fa capire dove una società, o un insieme di persone, sta andando. Fenomenologia antropologica della keyword. Big G, in mezzo a decine di servizi pubblicitari, ci fornisce anche una classifica di tutto rispetto: i trend di ricerca dell’anno che sta volgendo al crepuscolo. Così mi sono fatto un giro sui risultati dei trend del 2014 in Italia. E lo scenario finale è grottesco. Come da migliore tradizione italica.

Partiamo da un assunto: i risultati che seguiranno saranno le tendenze registrate da Google Italia dal 1 gennaio 2014 fino a 24 ore fa. Ovvero, senza addentrarsi in terminologie geek da emarginato sociale, ciò che fa tendenza in un determinato momento nel nostro paese.

Insomma, cosa ci lascia in eredità il 2014: per che cosa verrà ricordato? L’Isis? Mafia Capitale? La repentina ascesa di Matteo Renzi? Il boom commerciale dell’elettroswing? L’ennesimo aborto filmico di Neri Parenti a ridosso degli addobbi natalizi? No, niente di tutto questo. L’Italia sorprende. E fa (sor)ridere. O deprimere, a seconda di come ci poniamo. I vincitori delle categorie di ricerca sul gigante di Mountain View ci guidano come stelle polari nell’identità di un paese. Come un manuale d’istruzioni Ikea accompagna un lungo pomeriggio di bestemmie.

Un paese capeggiato da aspiranti chef-grillermen per barbecue. Sì, esatto. Al numero 1 dei trend globali riguardo il “come fare” svetta il termine barbecue. Ma non vi preoccupate, è seguito ad un’incollatura dalle ciambelle. Manzo e saccarosio. E la mente corre subito all’ideale di vita di Homer Simpson, ma chissà, forse è soltanto un caso. Al quinto posto di questa categoria troviamo uno di quei termini che mi fanno perdere la testa. Espressione diretta di un’Italia all’avanguardia e laica: malocchio. Come fare il malocchio si piazza al quinto posto. Con la Calabria che stacca tutti in questa speciale classifica di ricerca.

Altra categoria da leggere attentamente è quella del “cosa significa”. E qui c’è un vincitore scritto, prevedibile: selfie. Il 2014 è stato l’anno del selfie. Da quello a bocca di gallina davanti allo specchio del cesso all’hipster col maglione in lana di alpaca, il selfie non fa distinzione: è equo. Benjamin Franklin dovrebbe essere aggiornato; nella vita solo tre cose sono certe: la morte, le tasse e i selfie sui social. La classifica prosegue con “P.v.” (Pavia? promoted video? prossimo venturo?), ma sono il settimo e il nono posto a regalare dosi di allegria a profusione: rispettivamente SMS e Xoxo. Xoxo: un paese in psicosi paranoica per l’emoticon di hugs&kisses. Alla ricerca di risposte dietro al buio anonimato del motore di ricerca.

Tra le parole emergenti associate al 2014, invece, troviamo dei grandi classici dal vago retrogusto di ordine costituito e certezze granitiche. Primeggiano i Mondiali 2014, e fin qui tutto previsto. L’evento dell’anno. Al terzo posto le elezioni Europee 2014, unica e timida incursione di res publica nell’Italia attuale. Ma in quarta e quinta posizione ecco arrivare i nostri diamanti: Amici e Grande Fratello 2014. Seguiti a ruota da Miss Italia e Lotteria Italia 2014. A leggerli così, in fila, ne esce fuori un panegirico dell’italica stirpe post-ideologica. Altro che finiti, alcuni reality scoppiano di salute. Insieme ai due moloch folkloristici nazional-popolari di buona sorte e bella presenza.

C’è poi l’ultima categoria, quella del “perché”. Quella che un tempo avremmo associato alla rubrica delle domande sul sesso di Cioè. È un mondo folle e bellissimo. Che sorprende sempre. Al primo posto in Italia stavolta troviamo un outsider per pochi eletti: (perchè) vengono le blatte? Un paese intimamente sconvolto dalla mutazione biologica, dall’infezione. Degno di un film anni ‘80 partorito dal genio mutante di David Cronenberg. Col secondo posto, invece, ritorniamo in territori amici: (perché) Pepa muore? Pepa: protagonista di una soap opera spagnola smarmellata per casalinghe, trasmessa su Mediaset, Pepa is missing. Colpo di scena che manda milioni di italiani in empasse: alla disperata ricerca di risposte soddisfacenti su Google. Segnalo in conclusione anche il quinto posto, un malinconico e disperato: (perché) si soffre? Beh, citando un noto personaggio che manca maledettamente alla tv italiana: la risposta è dentro di te. E però è sbagliata.