La visibilità spesso sviluppa anche l'autocelebrazione, di cui Instagram ne è il massimo esempio. Se non appaio non sono nessuno.

Guardavo e guardo tuttora mio nonno lavorare nella sua bottega e non ho alcun dubbio: mio nonno è un Artista. ‘Artista’ è in assoluto il termine, con cui lui mi chiama, che amo di più. Credo che niente alimenti lo Spirito, come il lavoro manuale.
Per me, giudicare un Artigiano come mio nonno un Artista fa un effetto davvero strano. Il motivo è semplice, ma assolutamente preoccupante e riesco a prenderne coscienza soltanto adesso: sono nato e cresciuto in un sistema in cui se non vai in televisione non sei nessuno e se non vai in televisione non sei un ‘artista’. Agghiacciante, eppure è così. Il valore economico (esiste un altro valore?) di una professione, viene definitivo avanti a tutto, dalla visibilità del singolo individuo che opera tale professione. Se diciamo ‘avvocato’ ci viene subito in mente Taormina, la Bongiorno o Ghedini, se diciamo ‘psichiatra’ ci viene subito in mente Raffaele Morelli, se diciamo ‘critico d’arte’ ci viene subito in mente Vittorio Sgarbi…e così via per tutte le categorie possibili immaginabili, anche quella di ‘Artista’.
Tutta questa visibilità ha fatto sì che “nessuno lavora più, ma fanno tutti qualcosa di artistico” (Cheyenne, interpretato da Sean Penn in This must be the place), senza porsi mai il quesito su che cosa faccia esattamente un artista, sul che cosa debba fare.
La base di tutto è saper accogliere quella che si può definire l’energia creativa (se vuoi saperne di più leggi il mio penultimo articolo L’Artista è uno strumento): il fine di tale azione è Creare, ma che cosa ci sta nel mezzo?
Innanzitutto, accogliendo l’Ispirazione, si scopre se stessi. Capire realmente chi siamo, che cosa vogliamo è la base, oltre che per Creare e quindi diventare un Artista, anche e soprattutto per Vivere. Il capire se stessi ed il riconoscere se stessi ha però il rischio di sfociare nell’Egocentrismo e quindi anche nell’Egoismo. E’ facile capire a questo punto come mai tale mole di visibilità abbia sviluppato anche un processo di autocelebrazione, di cui Instagram è il massimo esempio: il capire chi siamo, in virtù del fatto del voler apparire per realizzarsi e per esistere. Se non appaio, non sono nessuno.
L’Egoismo è successivo alla scoperta di se stessi, ma non è il ‘figlio’. Credo che piuttosto nasca anch’esso da un altro problema, soprattutto educativo, del nostro sistema (secondo me anche di istruzione), ovvero l’educazione a pensare che ognuno di noi sia il Centro del Mondo: penso con tutto me stesso che ognuno di noi sia un essere unico, utile, ma assolutamente non indispensabile (cit. Giulio Andreotti). “La vita continua anche senza di noi”, canta Vasco ed ha tutte le ragioni: per vivere bene, più che ESSERE il Centro del Mondo, dobbiamo AVERE un nostro personale Centro del Mondo, intorno a cui ruotare, che sia il cinema, il calcio, la medicina, la cucina…Ognuno a ruotare intorno al suo personale Centro.
Non me ne vogliano i fondamentalisti cristiani, non sto parlando di Idoli! Sto parlando di passione, di fuoco che sta dentro ognuno di noi e se non gli diamo sfogo e lo incanaliamo brucia, brucia dentro e diventa una condanna, uccide. Riconoscere la propria vera unica passione, al contrario, libera e dà Vita. Si potrebbe dire che riconoscere se stessi va di pari pari col riconoscere il proprio centro intorno a cui ruotare e su stessi ruotano solo le trottole, che infatti restano lì, non vanno da nessuna parte, poi smettono di girare e cadono. Sempre per non creare problemi con i fondamentalisti di qualsiasi religione: Dio è un’altra cosa, ne parlerò successivamente.
Il nodo cruciale della mia riflessione sta proprio qui, ovvero una volta che si è riconosciuto il proprio Centro: scegliere come proprio Centro l’Arte, non significa essere artisti. E non credo neanche che l’Artista sia un figura che si possa limitare solo entro la cerchia di coloro che operano nel campo delle Arti. Essere Artista significa esprimere la propria personalità attraverso una qualsiasi Figura e l’Estetica di tale Figura sia riconoscibile immediatamente, unica. Chiunque vedendo una scena di Kill Bill o di Pulp Fiction sa riconoscere la regia di Tarantino, chiunque sa riconoscere uno stencil di Banksy, chiunque sa riconoscere un passo di danza di Michael Jackson. Chiunque, credo, sia d’accordo su questo.
A questo punto è chiaro che l’Artista è prima di tutto un Artigiano: chiunque sa riconoscere un paio di Ray Ban, chiunque sa riconoscere un jeans della Diesel.
Principio dell’Arte è Ispirare, è far scoprire attraverso una certa figura (plasmata secondo la personalità dell’Artista) qualcosa di nuovo della persona che la osserva o che ne usufruisce. Per questo credo fortemente che molti Artigiani, siano Artisti incompresi: perché non tanto con ciò che producono in modo industriale, ma con ciò che hanno costruito nel tempo, con le proprie mani, siano fonte di ispirazione preziosa per coloro con cui vengono a contatto.
Leonardo Del Vecchio, Renzo Rosso, Brunello Cucinelli sono Artisti a tutti gli effetti.