Cinque perle, forse dimenticate, degli anni 90.

Ce li ricordiamo per il grunge dei Nirvana che ha incoronato a capostipite di una generazione intera Kurt Cobain. Ce li ricordiamo per Losing My Religion dei REM, “Zombie” dei Cranberries, i live immensi degli U2, MTV quando ancora era MTV, il folle video animato di “Paranoid Android” dei Radiohead, i robot e le mummie dei Daft Punk che danzavano “intorno al mondo”, la Spice Girls-mania, Madonna che riesce a fare un album decente (!), la lotta targata brit-pop tra Oasis e Blur e molte altre cose (alcune memorabili altre assolutamente oscene). Ma, guardandoci indietro, si scopre improvvisamente che gli anni 90 non sono stati solo questo. C’è stata, nel sottosuolo, una ramificazione di musica assoluta che in molti si sono persi e che fanno del suddetto decennio uno tra i più interessanti da (ri)scoprire, secondo forse solo agli 80’s. Così ecco la lista dei 5 album che, per un motivo o un altro, ci siamo persi e dobbiamo rispolverare dal cassetto.

 

5- II (1999) Black Heart Procession

 Prendete il più oscuro Nick Cave, unitelo con un Neil Young coverizzato dai Black Sabbath a dei Bauhaus fatti di morfina e otterrete II, senza dubbio uno degli album imperdibili degli anni 90. Una marcia funebre che si inerpica per un’ora tra composizioni di una ricercatezza quasi insuperabile, sorta di folk decadente suonato in un cimitero. Purtroppo in pochi lo ricordano, ma ci troviamo di fronte ad uno dei punti più alti del decennio. E pensate che doveva essere solo un side-project!

 

 

4- Rodan

 Quando si parla di post-rock vengono in mente inevitabilmente gli Slint che nel ‘91 con Spiderland inventarono un nuovo modo di fare musica. Ma esiste un altro massimo capolavoro del genere, oscurato purtroppo dalla fama del gruppo fondato da Brian McMahan. Stiamo parlando di Rusty, opera monumentale dei Rodan che al suo interno contiene le coordinate di gran parte del rock alternativo degli anni 90 ricollegate al furore hardcore degli anni 80 che tanto ha influenzato i gruppi a venire. Un’opera unica in tutti i sensi. Difatti Rusty è il solo album nella discografia dei Rodan.

 

 

3- Bufo Alvarius, Amen 29:15 (1995) Bardo Pond

 Solo un titolo. Solo un titolo poteva avere una logica dinanzi questa musica. Bufo Alvarius, appunto, ovvero il nome di un rospo americano che secerne sostanze allucinogene dalle sue ghiandole (“Amen” invece non è altro che il titolo dell’ultima traccia e 29:15 la sua durata!!!). Strano gruppo i Bardo Pond. Hanno scritto la storia della musica in maniera quasi invisibile, entrando di diritto nel best of degli anni 90 in punta di piedi. E lo fanno con una musica che ricorda molto la figura del serpente o il simbolo dell’infinito creato da John Wallis nel 1655, se preferite. Sono composizioni che ruotano continuamente, tornando sempre al punto di partenza. Sono, prevalentemente, uno dei più grandi lavori psichedelici degli ultimi 30 anni, uniti ad un noise definitivo ed estremizzato. Probabilmente, i Bardo Pond sono il gruppo che ha decretato la fine dei due generi, raggiungendone una forma quasi perfetta. Dopo i Bardo Pond, solo i Bardo Pond. Che difatti continueranno la loro opera a cavallo tra gli anni novanta e i primi duemila con altri album memorabili come Amanita, Lapsed e Set And Setting.

 

 

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