Ripercorriamo i primi 25 anni del Sónar in attesa di una delle edizioni più esplosive di sempre.

Sul fatto che il Sónar sia da sempre il miglior festival in circolazione non c’è alcun dubbio. E anche quest’anno che si appresta a compiere il suo primo quarto di secolo continua a rimanere il migliore, a differenza di tanti venticinquenni che spente le candeline si avviano verso il declino della vecchiaia e della disillusione.

Nel 1994 tra le caotiche ramblas di Barcellona iniziarono ad apparire dei manifesti mai visti prima. Un design piuttosto minimale: sfondo rosso, poche scritte e un nome allora sconosciuto che oggi, a 25 anni di distanza ha costruito attorno a sé un brand divenuto portavoce dell’elettronica e del tech.

 

Già da quel primo manifesto il Sónar svela da subito le sue intenzioni:

“Advanced music meeting”: concerti, installazioni multimediali, proiezioni, conferenze, dibattiti esposizioni tecnologiche e molto altro.

L’idea parte da tre amici follemente innamorati della musica elettronica: Sergio Caballero, Enric Palau e Ricard Robles, tre visionari che negli anni in cui la Spagna era divisa tra la nicchia dell’elettroacustico e un genere più popolare chiamato “bakalao” hanno intuito il potenziale unificatore della musica elettronica e del festival come occasione non solo di festa ma anche di conoscenza, scoperta e innovazione.

Da quell’anonimo manifesto incollato sui muri sono passati ben 25 anni in cui il Sónar è diventato un’istituzione portando a Barcellona artisti di fama mondiale ed espandendosi oltre i confini catalani. Giappone, Corea del Sud, Islanda, Brasile, Argentina, Messico e Turchia sono solo alcune delle location che in questo quarto di secolo hanno accolto la visione futuristica del Sónar.

 

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Sergio Caballero, co-direttore del Sónar

 

Un formato studiato in ogni suo dettaglio, che affianca alla musica, vera protagonista dell’evento, grafiche che negli anni sono diventate sempre più surreali e avanguardistiche. Immagini, video e teaser tramite cui il Sónar si è costruito un’identità ben precisa, che non ha eguali nell’ambiente dei festival di tutto il mondo.

L’attenzione minuziosa per il design, l’importanza data alle immagini come mezzo espressivo, la musica e la ricerca tecnologica hanno dato al Sónar una personalità unica, un esempio senza paragoni del potenziale dirompente della comunicazione nel campo della musica.

Fra pochi mesi il Sónar spengerà le 25 candeline, preparandosi a offrirci un’edizione pazzesca. Dopo le prime date di Reykjavik, Hong Kong e Istanbul il festival tornerà per festeggiare alla grande. I 10 palchi del Sónar de Día e Sónar de Noche ospiteranno più di 140 performance: grandi nomi come Gorillaz, LCD Soundsystem e Thom Yorke a cui si affiancheranno pilastri della musica elettronica del calibro di Richie Hawtin e Laurent Garnier.

 

Tanti saranno gli eventi imperdibili di questa edizione, primo fra tutti DESPACIO, progetto imponente nato dalla collaborazione tra James Murphy (LCD Soundsytem) e i fratelli David e Stephen Dewaele (2manydjs/Soulwax). Un gigantesco sound system formato da sette torri di speaker e amplificatori disposti in maniera circolare; un’esperienza totalmente coinvolgente in cui il pubblico si troverà immerso in tre dj set che si svilupperanno durante le tre giornate del Sónar de Día.

 

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I Gorillaz sono solo uno dei tanti ospiti dei festival

 

L’altra punta di diamante del Sónar sarà la performance che porterà sul palco una collaborazione iniziata ormai 15 anni fa, quella tra i giganti Alva Noto e Ryuichi Sakamoto che si esibiranno in chiusura del festival al Teatre Grec di Barcellona. Fateci un pensierino perché non vi ricapiterà tanto facilmente di vedere i due artisti esibirsi insieme. Questo sarà infatti uno dei (soli) tre concerti che i due eseguiranno insieme quest’anno.

La line-up si arricchisce di una nuova leva di artisti internazionali: Demdike Stare con uno show che unirà musica e visual art grazie al talento visionario di Michael England e poi la cantante e producer Yaeji, la nuova star dell’urban made in UK IAMDDB, il nuovo visual show di TOKiMONSTA e molti altri. Nomi nuovi a cui si affiancano artisti come Bonobo, Modselektor, Olafur Árnalds, John Talabot e Lorenzo Senni, che ormai sono una garanzia di quanto l’elettronica stia rinascendo a nuova vita negli ultimi anni.


Si riconferma partner dell’evento la Red Bull Music Academy che arricchisce la programmazione del SonarDôme con una lista di artisti imperdibili tra cui Sophie, Rainforest Spiritual Enslavement, The Venopian Solitude e Dj Stingray x Mumdance.

Uno degli obiettivi di questo venticinquesimo anno di Sónar è di dare spazio agli artisti più interessanti della scena nazionale spagnola: spiccano tra i tanti Alizzz, Steve Lean, produttore di spicco della urban made in Spain e Lory Money, il rapper trap di origini senegalesi con oltre 12 milioni di visualizzazioni su Youtube.

Per noi italiani non può passare inosservato un nome in particolare di questa super line-up: Liberato. Anche la Spagna ha subito il misterioso fascino dell’artista dal volto coperto icona della rinascita culturale napoletana. Una bella sfida per l’artista partenopeo che dopo l’incredibile successo riscosso al Club to Club è pronto per affrontare la seconda esibizione live della sua carriera. Non abbiamo dubbi che il nostro amico incappucciato spaccherà anche oltre i confini italiani.

 

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Nella scaletta del Sónar ci sarà anche Liberato

 

Sónar è sì musica, ma come abbiamo imparato negli anni è anche tecnologia, avanguardia e innovazione; in poche parole è Sónar+D, che ogni anno raccoglie workshops, conferenze, laboratori e dibattiti con figure di spicco del mondo del design, della musica e della tecnologia creativa.

Gli occhi di tutti quest’anno sono puntati in alto, verso lo spazio. Dopo il lancio della Tesla di Elon Musk nello spazio anche Sónar vuole lanciare qualcosa nel cosmo. E cosa se non la musica?

 

Gli elementi di questa storia sono i seguenti: Sónar, l’Istituto Catalano di Studi Spaziali, il METI (Messaging Extraterrestrial Intelligente), la musica e GJ273b.

Cerchiamo di semplificare: la musica è un linguaggio universale, potenzialmente comprensibile da chiunque, e per chiunque intendiamo davvero chiunque, anche gli alieni.

GJ273b è un esopianeta, ovvero non appartiene al sistema solare. Ha una composizione simile a quella della terra e dista da noi 12,4 anni luce; per farvi capire tra noi e lui ci sono solamente 120 bilioni di km di distanza.

 

Sónar Calling GJ273b è un progetto nato in collaborazione con l’Istituto Catalano di Studi Spaziali e il METI. L’obiettivo? Inviare brani musicali verso l’esopianeta. La prima trasmissione è avvenuta nell’ottobre 2017 mentre la seconda è in programma per maggio 2018. Moltissimi gli artisti che hanno aderito regalando i loro pezzi all’universo: Autechre, Nina Kraviz, The Black Madonna, Alva Noto, Lorenzo Senni e Squarepusher, per citarne alcuni. Un contest lanciato sul web ha permesso a chiunque volesse di inviare un brano per partecipare alla “spedizione”; degli oltre 400 inviati ne sono stati scelti tre.

Dallo spazio torniamo poi sulla terra con l’installazione “Sónar Calling GJ273b Control Room by Absolut”, un’esperienza immersiva che permetterà a tutti i clubbers presenti di scoprire in maniera approfondita la mission di Sónar nello spazio.

 

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Il Sónar invierà brani musicali verso l’esopianeta GJ273b

 

Abbiamo dimenticato un piccolo dettaglio.

La nostra distanza da GJ273b ci permette di inviare un messaggio al pianeta e ricevere risposta dopo 25 anni.

Una coincidenza? Lo scopriremo nel 2043 al 50° anniversario del Sónar.

Noi ci saremo, e voi?

 

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