La rubrica guida per cervelli in fuga questa volta vi porta a Barcellona: un paradiso hippy, che difficilmente riuscirete a abbandonare!

E’ inutile girarci intorno: Barcellona è un paradiso. Adagiata sulle calde coste del Mediterraneo, Barcellona è un baluardo hippy, libero e progressista, avvolto in una nuvola di ganja (legale). Diciamo è una sorta di Berlino riuscita meglio, visto che c’è il mare, la gente sorride sempre e quella cosa che qui chiamano inverno dura nel peggiore dei casi un mese.

Ma andiamo per gradi. Proverò a mantenermi il più distaccato possibile, anche se quando ci si innamora è difficile essere oggettivi. Prima di iniziare questo quarto capitolo della nostra guida alle capitali dove abbiamo vissuto, mi sono riletto quelle scritte dai miei collaboratori (Copenaghen, Amsterdam e Bruxelles). Così invece di farmi prendere la mano e lanciarmi in una dichiarazione di amore a questa città, proverò a seguire la struttura già seguita dai ragazzi.

Casa. In tutte le esperienze che ho fatto all’estero, la parte più difficile è stata quella dell’arrivo, a.k.a. trovarsi un tetto sotto al quale ripararsi. Sono sempre troppi i fattori che ti remano contro e molte le trappole che i locatori non perdono occasione di tenderti. Come è già emerso nei precedenti capitoli di questa rubrica, il modo migliore è sempre il passaparola. Proprio così, grazie ad un amico di un amico di un amico, sono sbarcato a Barcellona senza dover prenotare nessuna camera di ostello (peraltro oltremodo cari). La prima casa in cui ho vissuto era un sogno: vista su tutta la città, mare e Sagrada Família. Purtroppo però era in zona Parc Güell e quei quindici minuti di salita e l’essere a una mezzora in metro dal centro, ci hanno fatto scegliere di abbandonarla. Da qui emerge un primo punto: se sei a Barcellona per motivi di studio, vuoi assicurarti di vivere centrale. Attento però a non stare troppo centrale, immerso nel turismo cheap e rumoroso. Raval e Born (nella parte più alta del Gotico) sono le prime due zone che mi vengono in mente. Barceloneta io la lascerei stare, dalle due zone menzionate prima il mare dista una quindicina di minuti: dunque non c’è nessun bisogno di stare in una zona collegata male, con la sabbia in casa, e con polacchi-bianchi-e-ubriachi o italiani-eccitati che vi urlano nella via sotto casa. Come da protocollo, con Facebook e siti internet per la ricerca-fai-da-te (loquo, idealista e altri) si risparmia ma, oggettivamente, se non sei una bella bionda o non vuoi spendere una fortuna (più di 400 euro per una singola) là fuori è praticamente il far-west. Con le agenzie invece, la competizione si abbassa e le chance di trovare la tua nuova casa aumentano. Ovviamente tutto questo ha un costo: l’agenzia vuole un mese di affitto per se e due mesi anticipati. A voi la scelta!

Menzionato l’aspetto un po’ più difficile di questa città (sebbene elemento comune a tutti i trasferimenti all’estero), possiamo finalmente passare a enumerare i vari pregi.

Trasporti. Capisci che i trasporti a BCN sono una bomba quando atterri all’aeroporto El Prat (non fare l’errore di atterrare a Girona per risparmiare 20 Euro, che poi dovrai spendere quasi in toto in autobus – perdendo peraltro un’ora e mezzo di vita!) dove un bus, al modico prezzo di 5.90 Euro, ti porta comodamente in città ogni cinque/dieci minuti a seconda dell’orario. Ovviamente non è finita qui. Sul suolo della capitale Catalana vi attendono poi autobus, una decina di linee della metro, tram e treni per arrivare più in periferia. Sebbene i trasporti pubblici siano ottimi, capirete il significato della parola “Libertà” quando arriverà la vostra tessera del Bicing. Dopo aver fatto il NIE, ovvero il numero che il comune vi affibbia per catalogarvi e sapere che siete qui, potrete richiedere questa magica tessera. Chiave d’accesso al paradiso. Con la tessera del bike-sharing in mano, Barcellona vi sembrerà ancora più sorridente e a portata di mano (specie in quelle mattine primaverili in cui vi svegliate in sconosciute case altrui, senza più un euro in tasca e con il vostro Iphone che vi ha già abbandonato dalla sera prima).

Arte & Cultura. Turisti a parte, le strade di Barcellona sono popolate perlopiù da giovani. O da meno giovani affetti da un’evidente sindrome di Peter Pan. Il tasso di creatività è molto alto, e si riflette negli “attacchi di arte” di cui la città abbonda – e dai vari hipster creativi che la popolano. La street art regna sovrana in città: si spazia da pezzi legali, a (talvolta invadenti) tag e bombing che spuntano sulle serrande delle attività chiuse tra il giorno e la notte. Ancora, vi sono vari artisti che tappezzano la città con stickers, o che disseminano le loro sculture (uno dei più grandi è senza dubbio il tipo che lascia messaggi d’amore con lattine colorate). Peraltro nella parte nord della città, abbiamo pure un murales di nientepopòdimenoche Blu. Misterioso artista di Senigallia, che ha reso celebri un paio di facciate della Berlino undergound. Lasciando l’affascinante settore della street art, la vibrante Barcellona è un fermento di cultura. I musei e le fondazioni, dall’imperdibile MACBA alla Fondazione Mirò, sapranno farvi sognare e appassionare. Ancora, il cinema estivo in spiaggia, il cinema Verdi a Gracia e ancora, le esposizioni temporanee (ad esempio quest’anno ci siamo visti Salgado, così tanto per dire), le gallerie. I film della filmoteca. E tutti quei piccoli eventi in cui ti imbatti per caso che rendono l’atmosfera unica e speciale ogni secondo vissuto qua.

 

L'artista di cui parlavo sopra

L’artista di cui parlavo sopra

 

Musica, Festa & Amore. Barcellona non dorme mai, specie di estate. Di inverno le serate gravitano intorno ai due megapoli del Razzmatazz e del Sala Apolo (a seconda della vostra età e gusti musicali) e al polo dei localetti underground dove i prezzi sono bassi e le serate inaspettate e edulcorate sono all’ordine del giorno (vedi Macarena o Moog). D’estate, invece, il polo attrattore è uno solo: il mare (mi sembra inutile dilungarmi a spiegarvene i motivi!). Gli after e i party della domenica sono un sogno funky e con l’arrivo della primavera le strade si riempiono di musica e la gente inizia a ballare. A marzo inizia il Brunch Electronik, che a giugno si trasforma in Pic-Nic Electronik: una festa nel parco sotto al castello di Montjuïc, in pratica un parco giochi per “presi bene”. Un ultimo aspetto la cui menzione è imprescindibile sono le feste di strada: per quanto la “cultura della calle”, non sia tanto diffusa come ad esempio nei Paesi Baschi o a Madrid e dintorni, il caldo forza tutti a uscire e i vari quartieri della città organizzano le loro feste dando il meglio di se per dimostrarsi più festaioli degli altri barrios

 

 

Festival. Infine, una nota di chiusura va ai due festival più famosi di Spagna, che vedono come loro teatro proprio la capitale Catalana e dove noi non mancheremo!

Primavera Sound. Dal 28 al 30 maggio, la scena rock e elettronica moderna si riunisce per una tre giorni di fuoco. Innanzitutto vi abbiamo già detto che The Strokes sono gli headliners di quest’anno insieme a Black Keys, Alt J, Mac Demarco, James Blake, Jungle, Panda Bear, Chet Faker, Andrew Weatherall, Ride, Patti Smith, Underworld.. e tanti, tanti altri ancora! Dobbiamo aggiungere altro?

Sonar. Dal 18 al 20 giugno (afters e festa del 21 esclusi), le strade roventi di Barna, si riempiranno di folle di folli che, armati di occhiali da sole e canottiera, si raduneranno sotto muri di casse per danzare i ritmi electro spinta a mille dalla line up di quest’anno. Flying Lotus, Chemical Brothers, Autechre, FKA Twigs, Duran Duran, Kate Tempest, Hot Chip, Roisin Murphy, Skrillex, Siriusmodeselektor… insomma avete capito l’antifona. 

Ps. Sorridi che sei appena arrivato in paradiso!

 

L'autore che sorride perché è in paradiso

L’autore che sorride perché è in paradiso