Black Mirror 3 ci costringe a fare i conti con la nostra realtà. Un vero e proprio pugno nello stomaco.

Episodio 3, Shut Up and Dance : abbiamo tutti un segreto da nascondere

Kenny è un adolescente come tanti, è impacciato, lavora in un fast food e viene sbeffeggiato dai più grandi.

Per salvare il suo pc da un malware scarica un programma che gli sarà fatale.

La videocamera del suo computer viene hackerata e, dopo una sessione masturbatoria, il video finisce nelle mani di perfidi ricattatori.

 

Cosa è disposto a fare un uomo per salvare la propria dignità? Probabilmente tutto.

Charlie Brooker e soci, prendono i molti fatti di cronaca trapelati sul web in questi anni, li assemblano, li scompongono, li vivisezionano e risputano fuori Shut Up and Dance, vero e proprio cazzotto nello stomaco lungo sessanta minuti.

Kenny è disposto a tutto purché non venga divulgato il video, infatti si incammina in una via crucis tempestata di altre anime tenute in pugno dal grande burattinaio.

La puntata è un thriller senza un attimo di tregua. Corse folli in bicicletta, messaggi, rapine e segreti che vengono svelati passo dopo passo.

 

Black Mirror 3 3

 

Le vite di questi poveri diavoli vengono controllate al centesimo, sono schiavi di una nuova Babilonia, fantasmi privati del libero arbitrio.

Black Mirror gioca le sue carte fino in fondo, perché i ricattatati hanno quasi tutti un segreto all’apparenza minuscolo, che, curva dopo curva, viene fuori in maniera persistente, svelando oscenità e manie insite nell’uomo.

Black Mirror ti mette alle corde, ti sfianca lentamente, sferra il colpo del KO, ma poi una luce, senti il gong che ti salva, vedi tutto come è realmente; e allora stai male, forse ancora di più, perché la compassione che avevi per il povero Kenny vacilla e le certezze si polverizzano in frammenti indistinguibili.

 

In un secolo in cui Facebook si è impossessato dei dati di 1,7 miliardi di utenti, influenzando la vita delle persone, chi può sentirsi davvero al sicuro?

 

Episodio 4, San Junipero : l’amore oltre la morte

Anni ’80. Sabato sera. Quell’atmosfera sognante che ti avvolge.

Yorkie è timida, indossa dei grossi occhiali come scudo e si muove impacciata davanti a un locale. Sorseggiando la sua bibita analcolica incontra Kelly, peperina spaccacuori di San Junipero, località balneare in cui Yorkie è ‘turista’.

Dopo quache resistenza Yorkie cede alle avances della ragazza.

 

Sempre sabato sera. Yorkie entra nel locale ma Kelly non c’è.

Inizia a saltare nel tempo. Attraversa varie epoche alla ricerca del suo amore.

La trova, la prende e la conquista, ma il tempo è limitato a San Junipero.

Lo spettatore rimane spiazzato, incredulo e piuttosto confuso. Cosa sta succedendo?

 

Black Mirror 3 4

 

5 ore a settimana. Questo il tempo disponibile a San Junipero.

San Junipero è un software a cui hanno accesso perlopiù anziani, malati e disabili.

La storia d’amore quindi si eleva, perché entrano in mezzo tante tematiche etiche e sociali: eutanasia, realtà vituale, morte, vita e immortalità.

 

Le due ragazze in realtà, sono vecchie, una è in coma e l’altra ha un tumore.

Si muovono affaticate tra le pagine del tempo, si interrogano su dilemmi esisteziali e si amano, sempre e comunque.

Il software ha un’estensione post mortem, quindi, se si decide di rimanere ‘turisti per sempre’, San Junipero diventerà l’unica realtà possibile.

Un microcosmo in cui tutto va bene, in cui tutti sono giovani e belli, in cui puoi permetterti di sbagliare, perché se vai fuori strada e fai un incidente, apri gli occhi e ti rialzi, scuoti la polvere dalla giacca e continui il tuo cammino.

 

Morire, e quindi porre fine a tutto e abbandonarsi all’ignoto che ci attende, o vivere per sempre a San Junipero?

Questa la domanda che attanaglia le protagoniste di questa dolente storia d’amore.

Finita la visione ci sentiamo scossi nel profondo, turbati dall’emotività che trasmette questa puntata dalla bellezza spietata. Unica nel suo genere, si discosta dalle altre più ‘fredde e cattive’. Si erge a testamento religioso, etico e morale.

Da studiare nelle scuole. Quali? Tutte.

 

 

 Parole di

Lorenzo Borghini

 

Continua a leggere a pagina 3