Dopo aver analizzato i capolavori dispersi nelle pieghe del tempo degli anni 90 siamo pronti a passare agli anni 80!

 

8- Deceit (1981) This Heat

La copertina (una delle più belle mai concepite) non lascia scampo. Si capisce subito che Deceit non sarà una passeggiata. Funghi atomici si uniscono in un collage allucinato alla figura di Reagan, creando un volto in cui si distingue solo l’espressione di un urlo. Un urlo disperato. Tutto questo immerge subito nell’atmosfera apocalittica di Deceit, concept album sulla fine del mondo, causa un apocalisse nucleare . Atmosfera che fa volare la fantasia verso scenari di desolazione mentre le note del gruppo londinese si slanciano verso il futuro. Perché quella dei This Heat non sembra musica del passato, ma del futuro. Attraverso la tecnica del tape manipulation inventano un punk che non è punk, avvicinandosi in maniera impressionante ad alcuni particolari della musica che verrà negli anni 90 e 2000. Come precisano in Cenotaph, brano tratto dal disco, “History repeats itself”. E come dargli torto? Profeti.

 

 

7- Half – Mute (1980) Tuxedomoon

Se c’è una data in cui la new wave diventa veramente new wave quella è senza dubbio il 1980. Perché tralasciando Television e Pere Ubu, per un certo verso sempre legati al punk, è con Half-Mute dei Tuxedomoon che si ha una fuga consistente dalle sonorità del passato. Una fuga che creerà quella nuova ondata destinata a spazzare via tutto come uno Tsunami.  E dove avviene tutto questo? Naturalmente ancora a San Francisco. Ancora grazie alla Ralph Records. I Tuxedomoon hanno il merito di riportare strumenti come il sax e la tastiera al centro dell’opera, e lo fanno attraverso una musica cupa e notturna, quasi un anticipazione della dark e del goth.

 

 

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