Dopo un anno di lunghi addii arriva un 2017 di grandi ritorni, con il rock che finalmente torna ad essere protagonista.

25) Bjork – Utopia

Dopo la caduta, la risalita. Questo è Utopia, nono album di Bjork che ci aveva lasciati con un cuore spezzato e molte ferite da rimarginare. E l’operazione sembra riuscita, al massimo, anche se con lo zampino di Arca. Infatti dall’oscurità Bjork passa ad un album quasi fiabesco, frutto di un mondo alternativo che diventa materia organica. Bjork sembra inventare una folktronica che non deriva più dalla terra, ma dal suo paradiso ideale. E, come sempre, il risultato è geniale.

 

 

24) Tyler, The Creator – Flower Boy

Dopo anni di provocazioni e accuse di omofobia Tyler Gregory Okonma, in arte Tyler, The Creator, si mette a nudo in un grandissimo album. E non mancano i colpi di scena. Infatti quel Flower Boy stampato in copertina suona come un’enorme dichiarazione di Tyler, un piccolo indizio che suggerisce che quel “faggot” nominato tante volte con disprezzo dal nostro rapper magari ha qualcosa a che fare con la sua sessualità. Ma rimanere stupiti per la presunta omosessualità di un’artista suona un po’ ipocrita ai nostri giorni, quindi non rimane altro che una cosa di questo album: la musica. E quella è veramente eccezionale.

 

 

23) Uniform – Wake in Fright

Quella degli Uniform è una delle uscite più estreme e scioccanti del 2017. L’odio e la violenza sono le grandi tematiche di Wake in Fright, in un’America dai risvolti politici sempre più preoccupanti e oscuri. Tematiche che vengono riversate perfettamente nella musica, una industrial dalle tinte hardcore che disturba e ossessiona con il suo ritmo forsennato. Sembra quasi la colonna sonora di un film horror, peccato che il film da cui ci dobbiamo risvegliare spaventati sia il nostro presente.

 

 

22) Iglooghost – Neō Wax Bloom

Le vie dell’elettronica sono infinite. Ce lo dimostra Seamus Malliagh, giovane producer di origini irlandesi conosciuto meglio come Iglooghost che, con il suo secondo album, fa esplodere definitivamente la sua musica , una vera e propria elegia all’invenzione sfrenata. Infatti Neō Wax Bloom è fantasia allo stato puro, una storia da un universo parallelo creato da Seamus dove vivono piccole creature (quelle della copertina) che ci parlano direttamente con la sua musica. In questo l’album di Iglooghost è uno dei più riusciti dell’anno: nel farci immergere in un mondo con un’elettronica fresca, nuova. E non è da poco.

 

 

21) Gnod – Just Say No to the Psycho Right-Wing Capitalist Fascist Industrial Death Machine

Brutale, folle, estremo. Così si presenta il nuovo (capo)lavoro degli Gnod, che già a partire dal titolo avverte l’ascoltatore che ad aspettarlo non ci sarà proprio una passeggiata. Eppure tra un grido di protesta e l’altro, figlio di un hardcore impegnato che sfocia in un’industrial quasi a la Swans, è proprio il titolo a suggerirci che basta poco per attraversare questo incubo. Basta dire no, dire no a questa macchina della morte che viene masticata e sputata con una rabbia unica da una delle grandi sorprese del 2017. Signore e signori, gli Gnod.

 

 

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