Stephen Daldry torna a parlare del mondo giovanile.

Si è appena conclusa la nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, edizione che ha fatto molto parlare di sé soprattutto per la scelta coraggiosa di lasciare al pubblico la decisione del verdetto finale.

 

Ad assegnare i premi principali infatti non è stata una giuria di critici cinematografici ma il pubblico che una volta visionate le pellicole poteva esprimere la propria preferenza.
Unica eccezione alla giuria popolare è stato il Premio Taodue Camera d’Oro alla Migliore Opera Prima che è stato invece decretato da una giuria internazionale composta di addetti ai lavori del mondo dello spettacolo, tra cui Cristiana Capotondi, Valerio Mastandrea, Sydney Sibilla. A vincerlo: Escobar: Paradise Lost, il biopic sul leggendario narcotrafficante colombiano Pablo Escobar, di Andrea Di Stefano con protagonisti Benicio Del Toro e Josh Hutcherson.

 

Una grande festa popolare, quindi, che si è conclusa con la vittoria di Trash di Stephen Daldry (regista britannico di Billy Elliot e Molto forte incredibilmente vicino); a lui il riconoscimento principale, quello della sezione Gala. Il film fotografa le esistenze difficili dei ragazzi nelle città-discariche delle favelas di Rio de Janeiro (il titolo ‘trash’ – ovvero spazzatura – sta a indicare non solo l’ambientazione, ma diventa una denuncia molto forte delle ingiustizie dei poteri forti) con un cast di giovani esordienti bambini che, come spesso è successo in passato in cinema , ancora una volta hanno la meglio sui loro colleghi più navigati ed esperti.
Saranno state le interpretazioni vere e sincere dei tre giovani protagonisti o la denuncia alla povertà e alla corruzione a convincere il pubblico romano, o semplicemente il messaggio positivo che respiriamo fin dall’inizio di voglia di giustizia, speranza e fede; fatto sta che il film non ha avuto rivali.
La trama è molto semplice: due bambini, durante una delle molte giornate trascorse a spalare rifiuti in una discarica, trovano un portafogli che nasconde al suo interno un misterioso segreto che metterà a repentaglio non solo la loro vita, ma anche quella degli abitanti della favela. I ragazzi cominceranno ben presto a capire che dietro questa vicenda si nasconde un mistero che li porterà ad indagare a fondo, fino a scoprire una sconvolgente verità.
I colori accesi e vivaci, i suoni decisi, accompagneranno i ragazzi attraverso una spericolata avventura, una favola moderna che tocca direttamente il cuore dello spettatore portandolo a seguire la storia con il fiato sospeso, fino al liberatorio epilogo.

 

Stephen Daldry torna a parlare del mondo giovanile, approfondito molto tempo fa con Billy Elliot,  portando alla luce tutta la forza d’animo e la caparbietà di questi straordinari ragazzini. Daldry ci mostra con successo che la rivoluzione culturale e morale è un obiettivo senza età che può iniziare dai più piccoli fino a coinvolgere gli adulti, gli stessi che nella sue pellicole vengono dipinti come l’emblema della corruzione e dell’avarizia.
Gli altri film ad aggiudicarsi il premio del pubblico sono stati Shier gongmin / 12 Citizens di Xu Ang, rifacimento cinese de “La parola ai giurati” di S. Lumet, Haider diretto dall’indiano Vishal Bhardwaj, adattamento dell’Amleto di William Shakespeare, e tra gli italiani Fino a qui tutto bene di Roan Johnson che parla dell’ultimo weekend di cinque ragazzi che hanno studiato e convissuto nella stessa casa.

Insomma, film per tutti i generi e gusti, quelli che hanno sfilato nello scintillante scenario dell’Auditorium della Musica, film che ci auguriamo possano vivere anche all’esterno di questo festival.

Di seguito la lista completa dei Premi:
– Premio del Pubblico BNL /Gala: Trash di Stephen Daldry
– Premio del Pubblico /Cinema d’Oggi: Shier gongmin / 12 Citizens di Xu Ang
– Premio del Pubblico/Mondo Genere: Haider di Vishal Bhardwaj
– Premio del Pubblico BNL/Cinema Italia (Fiction): Fino a qui tutto bene di Roan Johnson
– Premio del Pubblico/Cinema Italia (Documentario): Looking for Kadija di Francesco G. Raganato

 

Questi, invece, i Premi collaterali:
– Premio Farfalla d’Oro Agiscuola: Gone Girl di David Fincher The Signis Award
– Ente dello Spettacolo: ex aequo Fino a qui tutto bene di Roan Johnson e Wir sind jung. Wir sind stark (We are young. We are strong) di Burhan Qurbani
– Menzione speciale: Biagio di Pasquale Scimeca
– Premio L.A.R.A. al Miglior Interprete Italiano: Marco Marzocca per il film Buoni a nulla di Gianni Di Gregorio
– Menzione speciale a Silvia D’Amico per il film Fino a qui tutto bene di Roan Johnson
– Premio A.I.C. per la Migliore Fotografia: Luis David Sansans per Escobar: Paradise Lost di Andrea Di Stefano
– Premio A.M.C. al Miglior Montaggio: Julia Karg per Wir sind jung. Wir sind stark (We are young. We are strong) di Burhan Qurbani
– Premio al Miglior Suono – A.I.T.S: Last Summer di Leonardo Guerra Seragnoli
– Premi La Chioma di Berenice: Simona Castaldi (miglior truccatore) e Fabio Lucchetti (miglior acconciatore) per Soap Opera di Alessandro Genovesi
– Premio Akai International Film Fest: Fino a qui tutto bene di Roan Johnson
– Green Movie Award: Biagio di Pasquale Scimeca
– Premio di critica sociale ‘Sorriso diverso Roma 2014’: per il Film italiano a Biagio di Pasquale Scimeca; per il film straniero a Wir sind jung. Wir sind stark (We are young. We are strong) di Burhan Qurbani