Nonostante Jennifer Lawrence porti in scena una potenza espressiva degna della candidatura all'Oscar, il regista David O. Russel non riesce a replicare il successo di American Hustle.

David O. Russell porta sul grande schermo il sogno americano e lo fa ispirandosi a una donna che nonostante innumerevoli difficoltà è riuscita a vedere letteralmente realizzate le sue invenzioni. Parliamo di Joy Mangano che da casalinga disperata si improvvisa imprenditrice grazie alla sua volontà di riscatto, introducendo nel mercato americano alla fine degli anni ’80 il Miracle Mop, accessorio più comunemente conosciuto come “mocio”.

 

Nonostante le premesse siano le stesse, il regista mette in scena una vicenda che sin da subito non può fare a meno di apparire tragicomica e surreale che gira intorno alla sua musa Jennifer Lawrence, splendida nei panni di una donna caparbia, mai disposta ad accettare il fallimento seppur continuamente osteggiata da condizioni avverse.

 

La protagonista ci viene presto presentata come vittima di una famiglia ingombrante e, a tratti, stravagante: la madre vive in camera da letto incapace di staccarsi dalla soap opera che la ossessionano dai tempi del divorzio; la nonna, unica a credere in lei e nel suo genio, si erge a narratrice della vicenda facendoci entrare in una dimensione quasi favolistica; il padre irrompe nella sua vita ogni qual volta viene piantato da una nuova fidanzata. A coronare il quadro un ex marito che vive nel seminterrato, una sorellastra a dir poco odiosa e certamente invidiosa e due figli da  mantenere.

 

David O. Russel - Joy

 

È evidente, quindi, fin da subito come i conti non tornino: la figura di Joy ci appare fin troppo soffocata da parenti a cui sono state ritagliate parti esageratamente importanti, risultando quasi invadenti, trasformando in corale una vicenda che dovrebbe essere fortemente individuale e, diciamocelo pure, femminile.

Del resto è difficile riuscire a contenere talenti come Robert De Niro e Isabella Rossellini, qui esuberanti e prepotenti, il cui unico scopo sembra quello di scoraggiare una instancabile Jennifer Lawrence, la quale ancora una volta dà prova della sua incontestabile bravura e potenza espressiva.

 

A tenerci incollati allo schermo, dunque, è l’illusione di star assistendo a una vita travagliata, vera, nella quale ogni donna ha l’istinto di immedesimarsi, nonostante si presuma che i tempi siano cambiati (forse non troppo) e, certamente, la speranza di una storia d’amore tra Joy e l’imprenditore Neil Walker per rivedere finalmente ricongiunta la coppia Cooper – Lawrence come ne Il Lato Positivo o nel più recente Una folle passione.

 

Tuttavia, entrambe le aspettative vengono amaramente deluse e ci tocca scoprire che le cose per la vera Joy Mangano e la sua invenzione andarono un po’ diversamente da come ci vengono raccontate nella pellicola e che l’amore non fa capolino neppure per sbaglio, riservandoci così un lieto fine dal sapore dolce amaro!
Insomma, David O. Russell non riesce a replicare il successo di American Hustle, nonostante un tema interessante e originale, nonostante si circondi di personalità più che eccellenti, nonostante Jennifer Lawrence sia  candidata all’Oscar come miglior attrice protagonista!