Diffidate di coloro che vi dicono che Bruxelles è una città favolosa: in quanto a grigiore può tranquillamente competere con Togliattigrad. I suoi monumenti in pietra serena sono terrificanti e vicino alla celebre piazza Sainte-Catherine si può perfino ammirare una statua dedicata ai valorosissimi piccioni viaggiatori che hanno servito la patria durante la prima guerra mondiale. Direi che ogni ulteriore commento sarebbe superfluo… Ad ogni modo, se siete dei cervelli in fuga e avete deciso di andarci a vivere è probabilmente per lavoro oppure studio e a tal proposito la capitale europea per eccellenza offre una panoplia di opportunità più uniche che rare, una su tutte le istituzioni dell’UE. Non mi stupisce, infatti, che la penetrazione dell’italiota abbia raggiunto livelli d’allarme così da far dell’italiano la quarta lingua informale del Belgio dopo l’arabo, il francese e il fiammingo. Oramai la minoranza tedesca è stata soverchiata e la seconda ondata di migranti italici (la prima risale agli anni del secondo dopoguerra) sta decisamente trasformando il volto di questo paese dall’identità incerta. Prodotti tipici delle terre nostrane e accenti assortiti non vi mancheranno, così come le partite di calcio al bar in compagnia di tifosi sfegatati. Tuttavia mi auguro che non vogliate ricostruire il vostro ghetto personale e preferiate l’interazione con gli indigeni e lo scambio culturale. Onde ragion per cui mi appresto a darvi alcuni preziosi consigli per preparare il vostro sbarco meglio di come gli alleati fecero ad Omaha Beach.

Prima di tutto vi servirà una sistemazione stabile. Facebook e i relativi gruppi ad hoc, quasi tutti in lingua francese, si rivelano estremamente utili per cercare una stanza, mentre siti come Immoweb vi permettono di trovare un appartamento oppure di creare il buzz dimodoché sia la casa dei vostri sogni a trovare voi. Anche in questo caso avere dei contatti in loco aiuta a trovare un alloggio più facilmente. Ma non temete: la situazione non è tragica come nel caso di Copenhagen; a Bruxelles è piuttosto una questione di prezzo. Tutti vogliono abitare a Ixelles, il distretto residenziale più “in” della città, ed è normale che gli affitti siano lievitati, sebbene abitare nel centro città sia anche più costoso e implichi una costante lotta con le frotte di turisti ubriachi in preda ad un delirium tremens causato dalle delicatezze dell’omonima birreria. Se disponete di un budget limitato, il multiculturale quartiere di Schaerbeek è la soluzione che fa al caso vostro.

cervelli in fuga - Bruxelles

La parte nord della città non è sicuramente la più amata dagli abitanti, eppure io la trovo suggestiva e soprattutto economica. Gli efficienti mezzi di trasporto vi permettono di muovervi agevolmente e se avete meno di 25 anni l’abbonamento annuale costa circa 125 euro ed è valido per metro, tram e bus. Unica pecca: metro e tram non circolano tutta la notte quindi villo e taxi, oltre ai vostri immancabili piedi, sono l’unica possibilità per rincasare, a meno che non vogliate aspettare l’alba o riusciate ad acchiappare l’ultimo bus notturno (Noctis), che poi di notturno non ha niente considerato che passa alle 2.30. In alternativa potete sempre chiamare un Collecto (taxi collettivo) che in pratica non ha orari e arriva quando gli pare. Morale della favola, penso di aver fatto più chilometri io a piedi nel cuore della notte che Dustin Hoffman durante le riprese de Il maratoneta.

Passiamo al capitolo spesa e suppellettili. Kolruyt, per quanto alienante e impersonale, è sicuramente meno costoso di Delhaize o Carrefour, della cui qualità ho qualche dubbio giacché frutta e verdura hanno sempre lo stesso sapore, ovvero carta bagnata. Nel caso vi sentiste in vena di fare la spesa al mercato, raccomando caldamente il Marché des Abattoirs, vicino alla fermata Clemenceau. Ci si può trovare veramente di tutto e i prezzi sono modici. Contrattare è la regola, il cliente, almeno questa volta, ha il coltello dalla parte del manico perché l’offerta è smisurata; in più verso le 13/14 i commercianti cominciano a svendere le derrate pur di non portarsele a casa; quindi, armatevi di carrellino in stile ottuagenario e ottimizzate. Per chiudere la parentesi tengo comunque a precisare che il costo della vita è accettabile, alcune cose costano di più rispetto all’Italia, altre invece, fra cui l’apprezzatissima birra belga, sono più convenienti.

Qualora propendiate per un percorso di studi nella capitale belga, le università a disposizione sono ben 3, più precisamente la Libera Università di Bruxelles, e il suo contraltare fiammingo, l’Università Saint Louis e l’Università Cattolica di Louvain La Neuve. Poco distante c’è anche l’ottima Università Cattolica di Leuven, che è però situata in una cittadina tanto ordinata quanto noiosa. Tanto vale vivere da pendolare. Inoltre da studente è anche più semplice trovare una dimora. Numerose sono le residenze universitarie messe a disposizione di stranieri e non solo, specialmente per gli studenti dell’ULB come me. Ma attenzione: controllate bene il posto che vi attende prima di firmare il contratto, non vi fidate delle immagini photoshoppate messe on line dai gestori: il loro unico obiettivo è cercare di affittare tutte le stanze a disposizione. Non improvvisate, il vostro benessere è in palio; io ho commesso l’errore di andare a battere i pugni sul tavolo del posto sbagliato e mi hanno rifilato una stanza nel campus universitario per un prezzo irrisorio. Bene, direte voi, peccato che in questo modo non riuscirete più ad uscire dall’università e vi accorgerete che è più probabile incrociare qualcuno a Pryp’jat’ che al campus di Solbosch nei giorni festivi. Devo anche aggiungere che l’architettura dava l’idea di vivere nel miglio verde e che i coinquilini belgi rientravano sempre nel week end lasciandomi a parlare da solo con la mia immagine riflessa. Sfortuna a parte, alcune residenze sono abbastanza accoglienti, vale la pena di tentare.

Rileggendo ciò che ho scritto sin qui mi pare di aver solo spalato letame su “Borsella” quindi in chiusura mi soffermo su alcuni aspetti positivi. Il 50 % della superficie cittadina è coperto da spazi verdi, cosa che rende la primavera e l’estate due stagioni magnifiche, e i quartieri di Ixelles e Uccle sono addirittura separati da un bosco (il famoso Bois de la Cambre); diciamo che non si sente neanche il bisogno di andare in campagna per evadere dal traffico cittadino (che tra l’altro è insano). Organizzare pic nic con gli amici quando fa bel tempo è uno sport nazionale, un raggio di sole è una scusa più che sufficiente per sbocciare qualche birra trappista mangiando snack vari. Per gli amanti della musica live posso infine aggiungere che Bruxelles spinge al pari di altre grandi capitali del Vecchio Continente. Si trova al centro di una piccola area densamente popolata e facilmente raggiungibile, in poche parole è una tappa obbligata per ogni artista in tournée.

Non mi rimane che darvi appuntamento al concerto di Alt J il 3 febbraio se pensate di stabilirvi a breve, e magari potreste anche ospitarmi mentre cerco una stanza di ritorno da Copenhagen. Non preoccupatevi sono un tipo semplice: una volta ho dormito su una sedia.