Ecco qualche consiglio per non fumare troppo da ubriachi.
Questa più o meno la scena: il braccio fa capolino tra le lenzuola del letto e comincia a vibrare nell’aria senza una meta precisa. Vi aiutate poi col senso del tatto per scansare con destrezza la testa della vostra donna ancora svenuta con la fiatella di mojito per raggiungere il comodino subito al lato del letto. Dopo il bicchiere di plastica con ancora lo “shottino” della buona notte, eccolo, dalla forma rettangolare inconfondibile; con presa sicura lo avvicinate al vostro corpo ancora esanime. Afferrate poi l’accendino, emergete dal letto con tutta la leggiadria di una foca arenata e lo aprite: “Ma come cazzo ho fatto a fumare un pacchetto da venti in due ore e mezzo stanotte?”. Grido di dolore a seguire. E magari è la domenica di Pasqua e col cazzo che si trova un tabacchino aperto nell’arco di un anno luce.
È cosa comune infatti che, dopo un paio di calici a testa, una normale cena con amici si trasformi in una riunione di tester di tabacco. Segue poi il rito ormai divenuto sacro del “caffè, cicchetto e siga prima di lasciare il ristorante” e poi via a scolare qualche altro drink a giro per locali, sempre ovviamente con un “cicco” tra le dita. La mattina dopo, la stessa storia si ripete ed il rimorso attanaglia: pacco finito, altri 5 euro buttati al vento e polmoni disperati che chiedono un attimo di pietà, oltre ad un po’ di aria salubre.
Ma è davvero questo il triste destino a cui un tabagista è costretto, oppure una soluzione esiste?
Spinto dalla curiosità, e con la speranza di poter far un po’ del bene, ho chiesto ai lettori del cARTEllo qualche consiglio su come risolvere il problema ed evitare così ogni volta di dovervi recare al tabacchino nello stesso stato di uno zombie di “The Walking Dead”. Ecco a voi quindi qualche dritta per “non fumare troppi cicchini quando si è sbronzi”:
-Il salutista. Ovviamente consiglio più gettonato è quello di smettere di fumare. (Grazie, non è divertente!).
-Il burlone mai cresciuto. Questo uno dei più bizzarri: acquistare uno di quegli aggeggi che danno la scossa quando li toccate e metterlo nel pacchetto prima di uscire. Fin quando sarete sobri riuscirete a scansarlo; man mano che la lucidità comincerà a calare, con lei si ridurrà anche la speranza di ricordarvi di quanto siate stati masochisti, facendovi così cadere nella vostra stessa trappola. (Geniale!)
-Lo scroccone. La seguente è invece una delle cose che ammetto di aver fatto anche io in più di una occasione. Dare una sorta di limite minimo alle proprie sigarette, sotto il quale non si vuole scendere; una volta raggiunto, avventarsi su qualsiasi passante con una “paglia” in mano come un rapace su di una carcassa (spesso ho fatto ritorno a casa con più sigarette di quando fossi uscito!). Unica controindicazione: ricordate a chi le avete scroccate. Non sono state rare le volte in cui la mia ragazza al mattino dopo, vedendo il mio pacchetto di cicche bello rigonfio mi abbia chiesto: “Ma te non le avevi finite? La prossima volta col cazzo che te le offro!”.
-L’amico fedele (sicuramente di facile attuazione). Chiedere ad un amico di tenervi sott’occhio durante tutta la sera. Ogni volta che ne accenderete una, il vostro compare sarà autorizzato a darvi un bel calcio sulle natiche. Questo vi aiuterà sicuramente a diminuire il consumo, oltreché ad aver ben chiaro in mente il numero di sigarette fumate = numero di pedate ricevute. Va da se che il da voi prescelto debba essere accuratamente selezionato tra i più rachitici della compagnia. Anche in questo caso però non mancano i possibili problemi. Se anche il vostro “uomo” quella sera dovesse essere un po’ alticcio, è facile immaginare come al decimo colpo di karate ricevuto l’autocontrollo possa venir meno, trasformando così la nottata in un bell’incontro di boxe.
Questi i suggerimenti più gettonati dai nostri lettori. Il cARTEllo declina ogni responsabilità per eventuali danni a cose o persone occorsi durante l’attuazione degli stessi.