God save the Europe.

 

Parlare del tempo

Si dice che inglesi, scozzesi, gallesi e abitanti dell’Irlanda del Nord parlino spesso del tempo. Ma perché così tanto spesso? La BBC ha provato a rispondere questa domanda  qualche anno fa scomodando anche spiegazioni sociologiche di un certo rilievo. Secondo un sondaggio condotto nel 2010 dal network in questione, il 94% del campione rispose che nelle ultime sei ore aveva conversato con altre persone sulle condizioni meteo; il 38% rispose che lo avrebbe certamente fatto nei minuti successivi. In realtà, si legge, parlare del tempo è il miglior modo per andare d’accordo e per essere a proprio agio durante una conversazione: “Fa freddo oggi, non è vero?”, “Assolutamente”. Questo, ovviamente, succede anche in altri paesi, ma la posizione geografica della Gran Bretagna la espone ad un clima particolarmente variabile e dunque maggiormente soggetto a commenti e discussioni.

 

Unità di misura diverse

Per scrivere questo articolo ho chiesto in giro cosa non mancherà più del popolo anglosassone: il mio coinquilino è andato dritto dritto sulle unità di misura adottate nel Regno Unito. Fino al 1965 infatti il sistema di misura in vigore era l’imperiale britannico, quello dei pollici, dei galloni, dei piedi e delle iarde. Questa modalità persiste ancora oggi e ci porta spesso a confrontarci con le tabelle di conversione delle unità di misura.

 

Il british humour

Nel Regno Unito si usa spesso una battuta: “Brains are optional but sense of humour is compulsory“. Il cervello è un optional, ma il senso dell’umorismo è indispensabile. Gli ingredienti fondamentali sono l’autoironia, la capacità di essere pungenti e la bravura nel mantenere un’espressione facciale seria e composta mentre ci si esibisce nella battuta. Non solo: fondamentale è il gioco di parole. Ad esempio, “A hole has been found in the nudist camp wall. The police are looking into it”.

 

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