Animali fantastici e dove trovarli, il primo capitolo della nuova saga fantasy ideata da J.K. Rowling, ingabbia gli animali magici in una cornice di noia e incertezza.

Una delle ragioni del successo planetario che riscosse la saga di Harry Potter, frutto della penna e della fantasia di J.K. Rowling – e parliamo tanto dei libri quanto dei film – fu senz’altro l’incredibile aurea magica che quel mondo fantastico – corredato dei suoi abitanti – riusciva a sprigionare in coloro che si accingevano con mente vergine ad entrarvi. Immergersi nell’universo potteriano, e seguirne la costante evoluzione di maturità, forme e colori, consentiva di ignorare anche carenze di scrittura o incoerenze narrative.

 

L’idea di regalare un prequel – se così possiamo definirlo, rischiando comunque di fraintendere l’intento della Rowling e dei produttori – a una saga conclusa con il settimo capitolo (e l’ottavo film) già di per sé può lasciare piuttosto perplessi, ma questo è il trend, quindi prendiamola per buona; la scelta però di distinguere nettamente la saga originale dalla nuova pentalogia, è risultata, a conti fatti, più che discutibile.

 

Dell’universo di Harry Potter, in questo Animali fantastici, c’è poco o niente. Non è sufficiente far dire al protagonista che Hogwarts è la migliore scuola di maghi al mondo, o far entrare di traverso nell’intreccio alcuni personaggi della saga originale come Silente, Lestrange eccetera eccetera. Gli ammiccamenti ai fans non mancano di certo ma, tra citazioni esplicite e altre solamente abbozzate, la sensazione è quella di una innocua strizzatina d’occhio. E innocuo è proprio il termine adatto; se questo film fosse classificato alla maniera usata dal Ministero della Magia per classificare gli animali magici, gli sarebbero attribuite due X.

 

Ma veniamo al plot, in questo primo capitolo particolarmente debole e confuso. Siamo nel 1926, una cinquantina di anni prima della nascita del maghetto più famoso al mondo, quando Newt Scamander (Eddie Redmayne) salpa dal natio Regno Unito per raggiungere gli Stati Uniti. Con sé, chiusi in una valigia, gli animali fantastici del titolo; creature magiche loro sì degne dell’universo potteriano. Sbarcato a New York, uno snaso (simpaticissima creatura con una passione cleptomane per gli argenti) sfugge dalla valigia, e con lui tutta una serie di creature pittoresche. Scamander dovrà allora riuscire a recuperarle, affrontando il rischio che il mondo dei babbani (ops, dei No-Mag) possa scoprire l’esistenza dei maghi e del loro universo magico.

L’erroneo scambio di valigia con un aspirante pasticcere grassottello, sarà il detonatore per una spirale avventurosa che coinvolgerà il MACUSA, una sorta di Ministero della Magia a stelle e strisce, No Mag, maghi oscuri e suoi seguaci.

 

 Animali fantastici 1

 

 

Molta carne al fuoco in verità; a non convincere è la cottura. Non sono molto chiare le linee narrative lungo le quali la saga potrà svilupparsi, o come vorrà evolversi il plot nei successivi episodi; sicuramente è difficile ancora intravedere all’orizzonte delle chiare indicazioni. A suo tempo criticammo anche l’apaticità del sequel di Star Wars, ma almeno Il risveglio della forza regalava speranze per il proseguo della saga, anche grazie al cliffhanger finale.

 

Ma ciò che manca è soprattutto quella magia che faceva della saga di Harry Potter un prodotto unico nel suo genere, amato da grandi e piccoli. In questo Animali fantastici è tutto troppo pallido, anche i toni cupi degli ultimi Harry Potter – che rappresentano il vero metro di paragone – assumono qui un colore decisamente, e tristemente, grigiastro.

 

Da questa mediocrità dilagante non si salva neanche il cast. A un sempre piatto Colin Farrell, si affiancano uno spaesato Ezra Miller e un monocorde Eddie Redmayne (la delusione più grande), che alterna ghignetti di sorpresa a sguardi inebetiti. Solida – e questa è una conferma – la regia di David Yates, che sembrerebbe l’unico a non aver perso lo smalto dei tempi migliori, assieme al fido Mark Day; è grazie al montaggio di quest’ultimo se arrivare al centotrentesimo minuto senza assopirsi è impresa possibile.

 

Attendiamo comunque con curiosità i prossimi capitoli, sperando di ritrovare una saga dove a essere fantastici non siano solo gli animali ma anche il clima che li circonda e li anima.

 

Rifiutiamo invece con fermezza l’idea di un prequel fatto tanto per fare (soldi). E rifiutiamo anche la superficialità di chi digerisce qualunque cosa gli venga servita pur di sentire ancora l’odore della propria saga preferita.

 

*****

Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche: I 5 film d’autore più deludenti degli ultimi anni.