Tante news dal mondo del cinema e delle serie tv si sono accavallate in questa settimana: scopriamole insieme.

Giovedì 17 settembre è uscito il nuovo film di Thomas Vinterberg, sabato sono trapelate notizie sul nuovo film su Steve Jobs, domenica si è tenuta la consegna della 67esima edizione degli Emmy Awards, con trionfi della serie tv Game of Thrones, Jon Hamm e Viola Davis. Nei giorni successivi sono uscite indiscrezioni su Black Mass, ultimo film con Johnny Depp e The Green Inferno, il violento film di Eli Roth.

 

Thomas Vinterberg e la fine di un mito

Via dalla pazza folla, del danese Thomas Vinterberg, è un vero e proprio buco nell’acqua. Il Maestro – se così possiamo chiamare un regista di soli 46 anni – ha perso lo smalto di un tempo, che da poco aveva ritrovato con l’ottimo Il sospetto. Via dalla pazza folla è l’opposto di tutto quello per cui hanno combattuto Vinterberg e Lars von Trier dando vita a Dogma 95, un movimento energico, contro il cinema corrotto dagli effetti speciali e da altri artifici della settima arte. Nel film il regista cerca di confezionare una grande storia d’amore, inseguendo paesaggi e tramonti al limite dello stucchevole. Una storia d’amore che scade nel banale dopo una manciata di minuti. Stereotipi a non finire, dialoghi imbarazzanti e una recitazione al di sotto delle aspettative (eccetto Carey Mulligan) rendono Via dalla pazza folla un polpettone melenso e soporifero di ben due ore. Il regista di Festen (1996), capolavoro del Dogma e vero e proprio manifesto, dovrebbe guardarsi indietro, ripercorrere i suoi passi e cercare di rinascere come un’Araba fenice.

 

Ultime notizie dal cinema e dalle serie tv: dagli Emmy Awards 2015 al film su Steve Jobs, fino al fiasco di Vinteberg con il film Via dalla pazza folla

 

Steve Jobs e la rivoluzione digitale

Il film su Steve Jobs è stato presentato al Telluride Film Festival in Colorado. L’interpretazione di Michael Fassbender è stata lodata all’unanimità, definita “brillante e mai fuori luogo” dal co-fondatore di Apple, Steve Wozniak. Diretto da Danny Boyle e sceneggiato dal grande Aaron Sorkin (The Social Network), l’opera è pronta a cancellare il predecessore in un clic, e poco importa se Fassbender assomiglia poco o niente al genio di Apple, noi siamo pronti, e voi? Il 21 gennaio uscirà in Italia… preparate le mele!

 

Emmy Awards: 12 statuette a Game of Thrones… finalmente Jon Hamm!

Domenica a Los Angeles sono stati assegnati gli Emmy Awards, i premi statunitensi per la stagione televisiva conclusasi la scorsa primavera.
L’Emmy più importante, per la migliore serie drammatica, è stato vinto dalla serie tv fantasy Game of Thrones, mentre quello per la migliore serie comica da Veep, entrambe marchiate HBO.
Già prima della sua uscita, la quinta stagione di Game of Thrones fece parlare di sé dichiarando che la serie tv si sarebbe distaccata di molto dalla saga di libri, con l’aggiunta di storie mai lette.
La cosa più inquietante della decisione dell’Academy è aver consegnato ben 12 statuette alla stagione più deludente del fantasy, quando la concorrenza era di un livello nettamente superiore, con la settima stagione di Mad Men (vero e proprio capolavoro) o la terza di House of Cards pronte ad accaparrarsi l’ambito premio.
Game of Thrones è diventata la prima serie nella storia degli Emmy a vincere 12 statuette in una sola edizione, frantumando il record precedente appartenuto a The West Wing, che ne aveva ottenuti 9.
Grande abbuffata di premi per la HBO, canale tv via cavo, che ne ha vinti 43.
Viola Davis invece è diventata la prima donna nera a ricevere un Emmy come migliore attrice in una serie drammatica per Le regole del delitto perfetto.
Dulcis in fundo, la sudatissima statuetta come miglior attore in una serie drammatica a Jon Hamm, dopo sette candidature andate a vuoto negli anni passati.

 

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L’attore, dopo essersi arrampicato sul palco durante una standig ovation del pubblico, col groppo in gola ha rilasciato un discorso vero, non preparato, tirato fuori dal profondo del cuore: “Ci deve essere un terribile errore, chiaramente. È impossibile. È impossibile vincere in mezzo a tutti questi incredibili signori. È impossibile essere qui. È impossibile aver lavorato a questo show con questo incredibile cast, queste incredibili persone, questi incredibili autori, la nostra incredibile troupe. Il network e lo studio… voglio ringraziare le persone con cui sono in debito… persone che, nella vita, mi hanno portato qui. Famiglie che hanno scelto per qualche ragione di avermi con loro e di essere gentili con me in questo viaggio molto strano. Grazie mille a tutti. Non sarei qui senza di voi. Grazie a tutti coloro che hanno visto la serie, e grazie per il premio”.
Dopo aver trascritto le parole di Jon Hamm, alias Donald Draper, che mi ha accompagnato per sette lunghi anni, sono commosso come mentre le ho ascoltate per la prima volta, o come tutte le volte che l’ho visto togliersi il cappello, o ubriacarsi fino allo svenimento; quindi, dove ero rimasto? Ah, giusto, a Black Mass e The Green Inferno, ma ora non ho più voglia, ora non ha più senso parlare di robetta così visto che Mad Men non tornerà più…