Keith Richards è una delle più grandi figure del rock'n'roll, quello sporco e adrenalinico che ha fatto innamorare intere generazioni.

Osservate bene l’immagine di copertina. Questo è Keith Richards. Ma non importa che sia io a dirvelo, in fondo chi non conosce questo volto? Probabilmente sulla faccia della terra non ci sono persone, animali o cose che non conoscono questa figura indelebile del rock. Quindi perché la mia precisazione?

 

Con “Questo è Keith Richards” intendo proprio il Keith rugoso che appare nella foto, il keef  73enne che descrive nel migliore dei modi cosa sia Keith Richards. Guardate quelle rughe, scavate, profonde, numerosissime, sono la sua storia; guardate quella sulla guancia destra, c’è la scintilla che ha partorito il riff di Satisfactionguardate quella vicino al labbro, c’è Can’t you hear me knocking e anche Under my thumb. Sono scintille, non canzoni.

 

Keith si sveglia, accende un registratore, prende la chitarra e comincia a suonare. Si riaddormenta, nuovo risveglio, ascolto del nastro: è Satisfaction. Uno dei riff più famosi di sempre è nato così, scintilla. Ah, in quel primo record sono stati registrati anche 40min di russare. Cos’è questo se non rock’n’roll? 40min di russare che non capisco perché non siano stati inclusi nel singolo.

 

“Satisfaction è stata l’unica volta che mi sono svegliato e avevo qualcosa di pronto in mente. Ed è stato bellissimo, perché quella notte ero stanco morto. Ero in un albergo, con un piccolo registratore nella stanza. Ho iniziato a registrare, ho preso la chitarra, ho suonato quella sequenza una o due volte e poi sul nastro si sente che mollo tutto, e il resto della cassetta sono io che russo. Il mattino seguente l’ho riascoltato. C’erano circa due minuti di musica, due minuti di chitarra acustica con questo riff ancora molto grezzo, e poi io che russo per quaranta”.

 

 

In quella faccia scavata possiamo vedere tutte le sue scintille, tutta la sua passione, come niente in lui sia costruito. Tutto naturale. Niente lifting e plastiche facciali, il rock’n’roll non scorre solo nelle sue vene, è scolpito anche nel suo viso adesso. Ecco perché “Questo è Keith Richards”. Parlando di rock’n’roll non intendo solo la musica anzi, il sottoscritto pensa che essa sia solo la punta dell’iceberg, la parte visibile a tutti ma che rappresenta giusto una sua piccolissima parte.

 

“Il blues è facile da suonare ma è difficile da sentire dentro”.

 

Diceva l’uomo di Seattle, il padrino dello stile rock’n’roll, la quale scintilla è scaturita in una fiamma troppo intensa per durare a lungo. Si, Jimi Hendrix. Sulla vetta dell’olimpo c’è lui, ai suoi piedi ci saranno tanti altri sicuramente; siccome in me prevale lo spirito dionisiaco rispetto a quello apollineo do adito a lui che mi illumina subito due nomi: Lemmy Kilmister e Keith Richards. Il rock’n’roll musica è stato colui che li ha resi grandi, ma chi li ha fatti salire sul monte olimpo? Lo stile rock’n’roll.

Chi sono i due compagni preferiti del rock’n’roll? Sex & Drugs e il nostro Keith ha gradito molto la loro compagnia.

 

Keith Richards 1

 

La prima compagna del rock’n’roll non è mancata di certo al nostro Keith. Grazie all’eccentrico manager degli Stones Andrew Oldham conobbe Linda Keith, giovane e sensuale ragazza ebrea proveniente da una famiglia benestante. Era il 1964 e Keith era il contrario del ragazzaccio che sarebbe venuto fuori negli anni a venire. A detta di Oldham, Linda è stata la prima ragazza di Keith e fu lui a costringerlo a cercare una compagna al di là della sua amata chitarra.

 

La relazione terminò nel 1966 per un motivo che oggi ha dell’eclatante: problemi di droga. La giovane e apparentemente innocente Linda conobbe il mondo della droga prima del nostro Keith. Nei primi tempi della loro relazione era lei a fumare più marijuana di lui e fu lei a iniziare a fare uso di eroina quando il nostro Keith “non ne voleva sapere niente di quella roba”. I due si lasciarono nel ’66 con tanto di canzone di addio:

 

“Probabilmente fu scritta per Linda che non c’era mai. Non so, se n’era andata da qualche parte. Era tutto molto triste ed era martedì”.

 

 

Linda descriveva Keith come un ragazzo introverso, timido e insicuro. Avete capito bene: introverso, timido e insicuro.

 

Terminata la relazione con Linda, Keith da buon amico ruba la ragazza a Brian Jones, Anita Pallenberg. Per quanto possa sembrare un’azione alquanto meschina c’erano alcune ragioni dietro. I tre erano soliti trovarsi insieme e farsi allegramente di acidi, solo che Brian non era portato per tali sostanze e tendeva ad avere reazioni sconsiderate. Durante un soggiorno in Marocco Brian ebbe una reazione più sconsiderata del solito che sfociò nella violenza, bersaglio Anita. Andò in ospedale e quella fu la fine della sua relazione con Brian; una volta uscita tornò in patria con Keith.

 

La relazione tra i due durò 15 anni ed ebbero tre figli, uno dei quali purtroppo morì pochi mesi dopo la nascita. Sul piano droghe la situazione cambia: il Keith di Linda che non voleva sapere niente di aghi si ritrova a usufruire di ogni tipo di droga senza porsi troppi problemi. Questa troppa facilità nell’assumere droghe porterà i due a separarsi. Per quanto si amassero erano diventati dannosi l’uno per l’altro. O forse la droga nella loro relazione era diventata un’entità a se che l’aveva trasformata da coppia a ménage à trois:

 

 “Non avrei potuto reggere i tour senza l’aiuto delle droghe. Quando sono rimasta sola ero felice di potermi gestire le mie droghe”.

 

Keith Richards 2

Keith Richards con Anita Pallenberg

 

Keith sosteneva ritmi incessanti non solo con le droghe ma anche e soprattutto con la musica, tra tour e registrazioni senza soste. Le sostanze stupefacenti erano compagnia a lui molto gradita, lo sanno tutti e non lo ha mai nascosto. Compagna a lui gradita almeno fino al 2006, anno in cui ha dichiarato di averci meno a che fare. Perché? Perché la droga fa male, ho una certa età e dopo tutti questi anni di eccessi è giunto il momento di darsi una calmata. Questa sarebbe stata nel 99% dei casi la risposta di un uomo non più di giovane età sopravvissuto in modo più che sorprendente a decenni di abusi di ogni tipo di sostanza. Poi c’è quell’1%, quel Keef della situazione che ti dice:

 

“Credo che la qualità sia veramente andata giù. Tutto quel che fanno è togliere il momento di massima forza da tutto. Non mi piace come hanno effetto sul cervello, invece che lavorare attraverso il sistema circolatorio. Ecco perché non le prendo più. E io sono uno che di droghe se ne intende”.

 

Salutismo? Oh, c’mon! Una risposta avente quel tocco di analisi medica che mostra la sua totale indignazione verso un qualcosa che ha sempre amato e che gli ha sempre dato momenti felici. Eroina a parte, forse non ha mai avuto risentimento verso le droghe. Dico eroina a parte perché una volta provò a disintossicarsi da essa seguendo il consiglio di sua santità William S. Burroughs che nell’appendice del libro Junkie (La scimmia sulla schiena versione italiana) effettua una lunga e approfondita analisi di come la cura con l’apomorfina possa aiutare a sconfiggere la dipendenza dall’eroina.

 

Bene, il nostro Keith va in clinica, comincia la suddetta terapia, la conclude, esce dalla clinica e si fa subito una pera. La disintossicazione con l’apomorfina è stata un’esperienza traumatica; sarà stata l’apomorfina in quanto tale o perché in fondo non voleva disintossicarsi? Keith non abusava di droga, ne faceva semplicemente uso… è diverso. Abusare è quando la sostanza prende il sopravvento su di te, perdi il controllo e a Keith questa cosa non è mai successa, semplicemente perché non aveva controllo, voleva sempre qualcosa di più. Non era una dipendenza, era un’esigenza per avere sempre quella spinta in più.

 

“L’adrenalina è la cosa più preziosa che abbiamo”.

 

Keith Richards 3

 

Uso, non abuso, ribadisco. E’ nella sua natura, droga o meno; il suo stile votato all’eccesso è una cosa innata. Non dormire cinque giorni per registrare una canzone significa essere fuori di testa, senza il bisogno di droghe.

 

 

La dama bianca e altre amichette possono darti una mano, è ovvio. Come nell’occorrenza della baby shower, tradizionale festa americana in occasione dell’arrivo di un bambino. Quello di Jo Wood, ex-moglie di Ronnie Wood. L’ex signora Wood chiese a Keith di non farsi di cocaina durante la festa, specialmente di fronte a sua madre. L’esito della serata è abbastanza scontato: finite le portate principali, un Keith soddisfatto delle pietanze esclama “e adesso il dessert!” cacciando un’enorme busta di cocaina e facendo fuggire la madre di Jo che corre subito da lei.

 

“Lo fa da anni, è il suo modo di vivere”.

 

Cosa si poteva aspettare da uno che al primo incontro era in procinto di bucarsi?

Quindi, grazie per tutti i dessert Keef.

 

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